La viva emozione della musica dipinta sul volto di un bambino

Il potere di sollecitazione emotiva della musica viene rappresentato in maniera sorprendentemente vivida in un irresistibile video di un bambino svedese letteralmente sopraffatto dalla commozione generata dall’ascolto di una celebre e struggente aria tratta dal Gianni Schicchi di Puccini.

 

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O mio babbino caro” è una splendida e conosciutissima aria composta da Giacomo Puccini per l’opera Gianni Schicchi su libretto di Giovacchino Forzano. Gianni Schicchi è un'opera relativamente tarda del maestro toscano, un atto unico che fa parte del cosiddetto Trittico pucciniano, presentato per la prima volta al Metropolitan Opera nel 1918. Il libretto riprende un episodio della Divina Commedia di Dante, la dannazione del falsario Gianni Schicchi. Tutto ruota attorno all’eredità del ricco Buoso Donati che per testamento ha lasciato la sua cospicua fortuna ai frati, deludendo le attese dei rapaci parenti. Questi ultimi chiamano in aiuto Gianni Schicchi, uomo popolano, astuto e intelligente, per trovare una soluzione e farli rientrare, con l’inganno, in possesso dell’eredità.

“O mio babbino caro”, è l’aria del convincimento, uno dei più grandi brani dell'opera italiana, diventato un archetipo della fioritura finale del tardo romanticismo operata di Puccini. Lauretta, innamorata di Ranuccio nipote di Donati e desiderosa, seppure contrastata per la sua modesta provenienza, di sposarlo, intona l’aria al momento in cui i parenti chiedono l’aiuto di Schicchi per cercare di risolvere il loro problema con l’eredità ma lui, nauseato dalla loro ingordigia e prosopopea, non vuol sentirne: cambierà invece idea subito dopo quest’intervento della figlia. Il tono dell'aria si adatta perfettamente allo stato emotivo melodrammatico di Lauretta e alla sua disperata perorazione presso il padre.

Come il Gianni Schicchi dell’opera, chi non sa proprio resiste agli accorati accenti dell’eroina pucciniana, come dimostra il video che segue, è un bambino svedese di nome Ed Selden che appare letteralmente sopraffatto dall’emozione causata dall’ascolto del canto pieno di pathos.

 

Come si può vedere, il bambino partecipa da subito con travolgente trasporto alla struggente melodia e fatica a ritrovare la sua compostezza mentre la voce del soprano continua in sottofondo a chiedere soccorso per il suo disperato amore.

Come ha avuto modo di sostenere Tor, il padre del piccolo, il video “mostra che tipo di emozioni una bella musica può creare, anche nei bambini piccoli"; e, in effetti, le immagini del bambino che lotta per ritrovare la calma in quanto totalmente immedesimato nel dramma descritto dalle note ne è una plastica, irresistibile dimostrazione.

I ricercatori hanno più volte e in maniera approfondita cercato di indagare il potere della musica sulle nostre emozioni.

In particolare, uno studio effettuato da Liila Taruffi e Stephan Koelsch presso la Libera Università di Berlino ha affermato che l’ascolto di musica triste può portare effetti emotivi positivi e un vero e proprio benessere. Dopo aver intervistato 772 persone di diversa provenienza tra Europa, Nordamerica e Asia gli studiosi hanno potuto rilevare che la musica triste suscita una miscela di emozioni complesse e "parzialmente positive", come la nostalgia, la tranquillità, la tenerezza, la trascendenza e la meraviglia.

Dallo studio emerge, inoltre, che “le persone scelgono di ascoltare musica triste quando si verifica una sofferenza emotiva o quando ci si sente soli”. Una delle ricompense offerte dalla musica triste risiederebbe proprio nella regolazione delle emozioni e, dunque, nella capacità di fornire conforto.

Secondo quanto hanno osservato Taruffi e Koelsch “la tristezza evocata dalla musica avrebbe effetti piacevoli grazie al coinvolgimento di processi creativi”. La musica fornirebbe, in questo senso, uno stimolante esempio di come l’infelicità, la tristezza possono trovare espressione in una forma e dare vita ad una creatività superiore.

Sorprendentemente, la nostalgia piuttosto che la tristezza è l'emozione più frequente evocata dalla musica triste. Di conseguenza, la memoria è stata classificata come il principio più importante attraverso il quale viene evocata la tristezza. Rimestare nel proprio io, riportare alla memoria esperienze passate conduce molto spesso a lacrime catartiche, di rinascita e purificazione. Il tono emotivo negativo della musica triste offre agli ascoltatori, coerentemente con la teoria aristotelica, la possibilità di una purificazione controllata da una certa quantità di un'emozione negativa che li affligge.

I brani di musica triste più amati dagli intervistati sono risultati essere l’Adagio per archi di Samuel Barber, Sonata al chiaro di luna di Ludwig van Beethoven e Luna riflessa nella seconda primavera del cinese Ah Bing.

 

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