Augusto Daolio, artista completo ma troppo presto dimenticato

Probabilmente ai ragazzi più giovani il nome di Augusto Daolio non dice nulla, non evoca le stesse emozioni che invece restano salde nel cuore di tante persone più avanti con l'eta, cresciute con la musica dei Nomadi e di Francesco Guccini.

Augusto Daolio infatti incarna il mito della potenza della normalità: uomo carismatico, voce dal timbro unico e inconfondibile, frontman di un gruppo che ha attraversato la storia della musica italiana. Ma nonostante questi attributi, chi lo ha conosciuto non può che definirlo come un artista quanto più lontano da divismo e mondanità, a cui oggi siamo troppo spesso abituati con le giovani star della musica nostrana. Augusto era "uno come noi" per usare un'espressione cara al popolo nomade.

Forse per questo suo essere "normale" (caratteristica che da sempre ha contraddistinto l'intero gruppo dei Nomadi) la televisione e il mondo dello spettacolo non gli rendono omaggio, o perlomeno non come meriterebbe ad ormai oltre 18 anni dalla sua scomparsa. Ma al tempo stesso questa indifferenza, questa assenza di riflettori e finti tributi ne preserva indenne la memoria ed il fascino.

Chi era Augusto Daolio?

Augusto nasce il 18 febbraio 1947 a Novellara e a questa data e città è legato un evento, il Tributo ad Augusto, organizzato ogni anno dai Nomadi che radunano i propri fan per una due giorni di concerti, manifestazioni, mostre ed iniziative in ricordo del cantante scomparso.

La sua carriera musicale inizia al fianco di Beppe Carletti, insieme al quale fonda il complesso dei Monelli, il gruppo che sarebbe poi diventato nel 1963 "i Nomadi".

All'interno del gruppo, la voce di Augusto si impone da subito come particolarissima, caratterizzata da una timbrica fuori dal comune. Il suo contributo non riguarda solo l'intepretazione: infatti molte canzoni dei Nomadi portano nei testi la sua firma. Sono testi impegnati, carichi di temi sociali ma anche di connotazioni poetiche, in un equilibrio che li rende tuttora attuali e vivi nel ricordo dei fans di tutta Italia.

Fin qui il cantante, il poeta. Ma c'è un'altra anima artistica che emerge negli anni, sconosciuta ai più: quella del pittore. Sono numerose infatti le opere pittoriche a firma Daolio, ed oggi possono essere ammirate in diverse mostre ed iniziative organizzate dall'associazione Augusto per la vita, guidata dalla sua compagna di vita per oltre 20 anni Rosanna Fantuzzi. 

L'associazione Augusto per la vita nasce con la dichiarata missione benefica di finanziare progetti di ricerca in ambito oncologico.

In questo video a cura dei Nomadi, sono ben raccontate le tre anime di Augusto, appunto musicista, poeta e pittore.

La scomparsa di Augusto Daolio nel 1992

Dopo alcuni mesi di malattia, il 7 ottobre 1992 giunge la notizia della morte di Augusto, dopo un anno che ha visto anche la perdita per il gruppo del bassista Dante Pergreffi, nel mese di maggio. La morte di Dante infatti colpisce pesantemente Augusto e le sue condizioni di salute peggiorano durante l'estate, sebbene i concerti hanno rappresentato fino all'ultimo una medicina naturale per il leader dei Nomadi.

Oggi resta il ricordo, vivo come sempre, legato soprattutto ad una voce che nella maturità ha visto guadagnare sempre più intensità espressiva.

Voce insostituibile ed inimitabile, come si può sentire dal brano che vi proponiamo nel prossimo video, "Suoni": si tratta di una registrazione live di un brano strumentale in cui Augusto semplicemente canta accompagnando la musica con semplici suoni appunto, con poche sillabe. Il brano fa parte dell'album dei Nomadi "Ma che film la vita", pubblicato subito dopo la sua morte e che rappresenta in qualche modo l'eredità artistica di Augusto.

Tanto è sufficiente a trasmettere emozioni che raccontano pienamente la grande potenza e profondità di una voce che resterà nel cuore di tanti, per sempre.

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