L’arte della mano destra: le unghie del chitarrista

Le unghie per un chitarrista sono come l’aratro per il contadino, strumenti indispensabili per il proprio lavoro. In questa lezione ne illustriamo l’importanza nella resa sonora, forniamo qualche consiglio di impostazione e cura.

 

unghie del chitarrista

A seconda dell’esigenza sonora e dell’effetto musicale desiderato, ogni suonatore di chitarra farà ricorso all’uso del plettro o direttamente delle dita sulle corde. Resta il fatto che quest’ultima opzione consente inevitabilmente una maggior contatto con la parte vibrante dello strumento, oltre ad una maggiore sensibilità nella gestione delle dinamiche. Si può dire che, in questo senso, le unghie possono essere considerate un strumento fondamentale per suonare in maniera corretta la chitarra e ottenerne determinate sonorità.

 

Inviluppo ADSR

Quando un chitarrista esegue una nota normalmente percepiamo un primo impatto sono che poi gradualmente si spegne. L’andamento dell’ampiezza della nota viene definito inviluppo ADSR e si compone di quattro fasi distinte che sono:

1) Attacco: l'ampiezza raggiunge, a partire da zero, il suo valore massimo.

2) Decadimento: dopo l'attacco, parte dell'energia iniziale viene persa e l'ampiezza diminuisce.

3) Sostegno: l'ampiezza mantiene un livello quasi costante per un certo tempo.

4) Rilascio: l'ampiezza decresce fino ad estinguersi completamente.

Non di rado tra i chitarristi si suole dire che una certa chitarra ha un bel sustain, espressione che vuol significare per l’appunto che la chitarra ha un buon sostegno cioè è in grado di prolungare il suono per un tempo maggiore.

Altra fase rilevante è quella di attacco che si distingue per caratteristiche opposte a quella di sostegno, ovvero deve essere incisiva e breve. Più veloce è l’attacco più è facile eseguire passaggi veloci e il suono risulta più chiaro e pulito.

 

Suonare con le unghie

Utilizzare le unghie per suonare permette un attacco più veloce, una maggiore agilità di esecuzione, una superiore pulizia e brillantezza del suono, senza contare che anche la parte ritmica se ne potrà avvantaggiare.

Nei conservatori è in uso un testo piuttosto celebre scritto da Mauro Sorti e dal titolo emblematico: L’arte della mano destra scritto proprio per sviluppare e potenziare l'utilizzo della mano nel pizzico delle corde. In questo testo, non solo si prendono in considerazione le diverse modalità e angoli di incidenza delle dita sulle corde o le diverse tipologie di tocchi sulle medesime (appoggiato, libero, teso), vedi figure sotto,

 

unghie del chitarrista

ma si approfondisce anche la cura delle unghie, si indica come tagliarle e come limarle. Questo perché le una diversa conformazione delle unghie è in grado di dare degli effetti diversi sulla resa sonora finale al pari di un qualsiasi plettro.

 

Come e con cosa si colpiscono le corde

Diventa importante curare il modo in cui si colpiscono le corde, anche in questo caso l’angolo di incidenza dell’unghia rispetto alla corda medesima, e con cosa ole si colpisce. Colpendo le corde con il solo polpastrello si ha un tipo di suono caldo rotondo ma anche un po’ felpato e con un attacco più lento, utilizzando esclusivamente le unghie si ha un attacco più veloce e preciso ma anche un suono più esile e freddo.

Come sempre in medio stat virtus, un buon compromesso tra i pregi dei due approcci è dato da un’unghia che sporga solo uno-due millimetri, e consenta per primo l’appoggio/scorrere del polpastrello subito seguito dall’unghia che aggancia e stacca la corda.

In pratica, tra il momento in cui il polpastrello tocca la corda e l’arrivo dell’unghia passa una micro-frazione di secondo, un lasso di tempo impercettibile che riesce a creare un suono più ricco, pieno e completo. Riuscendo a fa interagire polpastrello e unghia si riesce dunque ad avere sia una attacco veloce e deciso preservando un timbro naturale.

Il consiglio, non essendoci una impostazione obbligatoria ma muovendoci su un piano prettamente soggettivo, è sempre quello di fare delle prove pratiche e sperimentare personalmente la lunghezza delle unghie ottimale per il proprio modo di suonare anche tenendo conto del fatto che non tutte le dita hanno la stessa lunghezza quindi alcune possono avere delle unghie più lunghe di altre.

 

unghie del chitarrista

Alcune indicazioni pratiche

Da quanto fini qui detto emerge chiaro che ogni chitarrista, sia esso classico e elettrico, ha bisogno delle unghie della mano destra per poter suonare e ottenere un suono ottimale. La prima cosa da fare è far crescere le unghie della mano destra. In secondo luogo occorre curare la sagomatura delle stesse, un’operazione che richiede particolare attenzione e precisione.

“Per limare le unghie nel modo corretto bisogna seguire alcuni suggerimenti che saranno la base di una esecuzione fluida e confortevole e sono:

1) limare le unghie seguendo la forma tonda del proprio polpastrello.

2) limare di più dalla parte sinistra indice e medio in modo crescente per eliminare l’attacco di quest’ ultimi sulla corda.

3) limare di più dalla parte destra l’annulare e il mignolo

4) utilizzare lime con almeno 4 gradazioni di limatura in modo tale da avere una precisa sagomatura.

Tutti questi consigli gioveranno nel proprio modo di suonare e nell’interpretazione di un brano” (lucianomargiotta.com).

 

unghie del chitarrista

Gli inconvenienti delle unghie del chitarrista

Essendo continuamente sollecitate, le unghie possono andare incontro a rotture e sfaldarsi. Per evitare questi inconvenienti è utile:

usare degli smalti che aiutano a rinforzare la cheratina delle unghie.

Evitare il fumo di sigarette (questo punto va incoraggiato, oltre che per il benessere delle proprie unghie, per la salute tout court).

Grande attenzione va prestata al fabbisogno nutrizionale di queste fibre peptidiche composte in gran parte da amminoacidi solforati. In particolare, la resistenza e la robustezza delle unghie vengono assicurate da:

Amminoacidi essenziali: Gli alimenti che le contengono sono prevalentemente di origine animale: uova, latte e derivati, carne e prodotti della pesca.

Amminoacidi solforati: Gli alimenti di origine animale che ne contengono di più sono: albume d'uovo, prodotti della pesca e pollame. Tra le fonti vegetali citiamo: l'alga spirulina, broccoli, cereali, semi di sesamo e di zucca.

Ferro: è presente in varie forme negli alimenti di origine animale e vegetale.

Zinco e selenio: il primo è contenuto soprattutto in: fegato, carne, latte, derivati e alcuni molluschi bivalvi (soprattutto ostriche). Il secondo è contenuto soprattutto in: carne, prodotti della pesca, tuorlo d'uovo, latte e derivati, alimenti arricchiti.

Rame: è abbondante nel fegato, nelle ostriche, nel cacao, nelle nocciole, nelle mandorle, nelle noci, nelle arachidi, nel germe di grano, nella crusca e nelle patate.

Calcio e fosforo: ne sono ricchi il latte e i derivati. Altre fonti sono la frutta secca per il calcio e i prodotti della pesca per il fosforo.

Silicio: si trova prevalentemente nei cereali, nella frutta e negli ortaggi.

 

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