L’importanza della respirazione nello studio e nell’esecuzione pianistica

Spesso trascurata, la respirazione, in realtà, ha un ruolo centrale nello studio e nell’esecuzione pianistica. Bisogna prendere le mosse proprio dal respiro per la soluzione di molti problemi muscolari e soprattutto per la prevenzione degli stessi.

respirazione studio piano

In molti casi trascurata nell’ambito dello studio musicale, la respirazione ha, in realtà, una funzione essenziale non solo nella vita dell’organismo, ma anche nell’esecuzione e nello studio del pianoforte. Proprio nella respirazione, infatti, si può rintracciare la radice della maggior parte dei problemi che sorgono durante lo studio dello strumento anche quando questo non è particolarmente intenso.

Un uso non corretto uso dei muscoli coinvolti nel movimento e l’insufficiente percezione del proprio corpo rendono l’esecuzione stancante quando non addirittura dolorosa. Per questa ragione l’approccio più importante per la soluzione di molti problemi muscolari e soprattutto per la prevenzione degli stessi, deve prendere le mosse proprio dal respiro. Quando ci si siede al pianoforte, occorre sempre assicurarsi che le spalle siano rilassate e il torace non sia contratto. A tutta prima, queste indicazioni possono apparire piuttosto ovvie e scontate, troppo spesso, tuttavia, la cosa più difficile da conseguire è proprio quella che sembra la più immediata e banale, ovvero il controllo della respirazione durante l’esecuzione: non è per niente scontato che si riesca a respirare consapevolmente mentre si sta suonando.

È utile ribadire concetti che concernenti tutte le discipline sia sportive che “filosofiche” o comunque legate ad una ricerca del benessere che riguarda sostanzialmente l’umanità intera. Occorre partire quindi proprio dalla respirazione, facendo proprie alcune nozioni semplici e basilari: quando si parla di respirazione controllata si deve intendere che un pianista dovrebbe sempre essere capace di controllare il proprio respiro, mentre sta suonando, e dovrebbe essere in grado di percepire la rilassatezza muscolare che subentra al termine dell’espirazione.

Nel corso di un’esecuzione solitamente si incontrano vari picchi di difficoltà tecnica alternati a momenti di distensione: una respirazione consapevole prima dell’apice tensivo delle asperità tecniche moto spesso aiuta sia il corpo che la mente ad affrontarle con una concentrazione e scioltezza maggiori. Il consiglio è quello di di iniziare a respirare consapevolmente incominciando con semplici esercizi tecnici, basati sulla ripetizione di moduli identici e che non impegnino troppo l’attenzione, che dev’essere focalizzata prevalentemente sui polmoni.

Bisogna sforzarsi di respirare sempre consapevolmente e mai suonare in apnea, o, se proprio nei passaggi più complicati non si riesce a concentrarsi altro che sulle note, è comunque necessario evitare di irrigidire la muscolatura del torace e del tronco. Se nonostante tutto si avverte un indolenzimento ai muscoli dell’avambraccio (che molto spesso rappresentano l’anticamera di dolori articolari più gravi), è necessario interrompere immediatamente lo studio del brano e iniziare a suonare con estrema leggerezza un semplicissimo esercizio sulle 5 note (do-re-mi-fa-sol – fa-mi-re-do, ad esempio), fino a quando i muscoli saranno nuovamente riposati e rilassati. È raccomandabile, inoltre, non fermarsi immediatamente, ma di “sciogliere” la contrattura, servendosi come nell’esempio di una tecnica elementare, come si fa quando si deve riportare a regime un motore surriscaldato senza ingolfarlo.

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