Le ottave al pianoforte, un approfondimento e alcuni semplici esercizi

In questo articolo ci occupiamo di uno dei presupposti basilari della tecnica pianistica: le ottave. Ne approfondiamo il significato musicale, forniamo indicazioni di postura e diteggiatura e concludiamo con alcuni semplici esercizi e una raccomandazione.

 

ottave al pianoforte

Si può definire in termini generali l’ottava come un intervallo d’altezza tra due suoni, il più grave dei quali abbia frequenza doppia di quella del più acuto.

I suoni costituenti tale intervallo risultano all’orecchio tanto somiglianti da essere indicati, fin dai sistemi musicali più antichi, con gli stessi simboli, nomi o termini. Traducendo in termini pratici, l’ottava è lo spazio tra due suoni costituito da otto tasti o sei toni. L’esempio classico è quello che parte da un Do per finire all’altro subito successivo.

Per numerosi pianisti l’esecuzione delle ottave è un esercizio che pone non pochi problemi e difficoltà. Come sempre, tutto potrà risultare più semplice e agevole attraverso una corretta impostazione e un adeguato esercizio.

 

ottave al pianoforte

Come posizionare la mano

 

Quando si parla di impostazione si deve inevitabilmente far riferimento alla posizione della mano, che durante l’esecuzione delle ottave è di importanza decisiva per semplificare il compito ed evitare di renderlo, invece, difficile, se non impossibile.

“La cosa più importante […] è creare un solido -semicerchio- o -semianello- che va dall’estremità del mignolo lungo il palmo fino all’estremità del pollice con una posizione necessariamente a forma di cupola della mano, cioè col carpo più basso del metacarpo”.

La corretta posizione appena descritta da H. Neuhaus nel suo “L’arte del pianoforte“, ci indica che è necessario posizionare la mano creando un semianello con pollice e mignolo, facendo particolare attenzione all’altezza del carpo e del metacarpo, ovvero rispettivamente polso e dorso della mano.

Questa impostazione è di semplice realizzazione per le mani grandi, per quelle più piccole, come possono essere le mani femminili, presenta non poche difficoltà. In quest’ultimo caso, non dirado, vi è la tendenza involontaria di sollevare il polso molto più in alto del metacarpo. Come scrive Neuhaus più avanti “così le dita medie sono lasciate troppo vicine ai tasti, con il rischio che compaiano suoni "compartecipanti"; d'altra parte il pollice e il mignolo, o, in caso di necessità, l'anulare, perdono molto della propria autonomia e della propria individualità; le due voci dell'ottava diventano irrealizzabili e le dita si trasformano in pulsanti”.

La corretta posizione per l’esecuzione delle ottave prevede che il palmo non si sollevi mai oltre il livello delle nocche, perché questo comporterebbe un inevitabile innalzamento del gomito con un conseguente irrigidimento dell’arto, cosa che, come è risaputo, deve essere sempre evitata da ogni buon pianista. Come se non bastasse, assumendo tale postura, il primo e il quinto dito si troverebbero a colpire i tasti da un’altezza eccessiva che, combinata con il peso del braccio, porterebbe alla produzione di un suono troppo marcato e duro.

L’indicazione fornita dal didatta russo di mantenere il carpo in posizione meno elevata del metacarpo è di vitale importanza per una corretta esecuzione delle ottave al pianoforte, occorre, dunque, prestare la massima attenzione nel cercare di rispettarla puntualmente durante l’esecuzione.

Per fare ciò, è consigliabile avvicinare il dorso della mano ai tasti in modo da ridurre l’altezza delle nocche rispetto a questi ultimi, conservando sempre il polso in posizione meno elevata.

 

ottave al pianoforte

Diteggiatura

 

A seconda che si abbia una ottava sui tasti neri o sui tasti bianchi, si possono avere due diteggiature differenti.

Nel caso di tasti bianchi, si ha una diteggiatura Pollice-Mignolo (1-5 per la mano destra, 5-1 per la mano sinistra).

Nel caso di un’ottava su tasti neri, si deve optare per una diteggiatura Pollice-Anulare (1-4 per la mano destra, 4-1 per la mano sinistra).

Nel caso si abbiano dei passaggi in forte e fortissimo è possibile raddoppiare le dita della diteggiatura ricordata sostenendole con le dita adiacenti (al quinto dito si affianca il quarto al quarto il terzo o il secondo o, in alcuni casi, entrambi). Questo garantisce una maggiore superfice di appoggio sul tasto, che favorisce sia una resa sonora più incisiva, sia un minore rischio di scivolamento del dito sul tasto.

 

Alcune indicazioni per esercitarsi

 

Esiste un repertorio assai vasto di esercizi da utilizzare per sviluppare l’abilità tecnica sulle ottave.

Da Liszt a Chopin le possibilità di misurarsi con le asperità della tecnica non mancano, un percorso di approccio graduale è fornito, come suggerisce il pianista Nicolò De Maria (cfr. https://nicolodemaria.com), dalla raccolta di Studi op. 740 di Czerny, in particolare agli studi n. 33 e n. 38.

Si tratta di studi che hanno il pregio di essere di facile lettura, fornendo un utile e progressivo strumento di esercitazione.

Come si può vedere, lo Studio n. 33 è più semplice dell’altro, in quanto presenta le ottave solo per la mano destra.

 

ottave al pianoforte

 

Si aumenta, poi, di complessità con lo Studio n. 38 che, invece, riporta le ottave per entrambe le mani anche in moto contrario.

 

ottave al pianoforte

È consigliabile procedere inizialmente con una lettura lenta in modo da fovorire una acquisizione e una comprensione completa del movimento. Una volta maturata tale comprensione, si potrà procedere ad un aumento graduale della velocità di esecuzione.

 

 

Esercizio 1

 

Un primo esercizio suggerito da Neuhaus e che mostra una certa efficacia per le ottave difficili è ispirato ad una regola generale semplice ma di grande utilità: “per superare le "difficoltà" occorre suddividere il lavoro, cioè semplificare il compito”.

Nel caso specifico, questo processo di semplificazione si traduce nel dividere l’ottava in due parti suonando solo col mignolo la nota più alta dell’ottava e tenendo il pollice alla distanza opportuna sollevato sulla tastiera (si veda l'es. 29 proposto di seguito). “Se chi suona impara ad eseguire le ottave col solo mignolo alternandolo, se serve, con l'anulare, e poi suonerà ancora a volontà col solo pollice (cosa molto più facile), riuscirà ad eseguire l'ottava completa con molta più facilità”.

 

ottave al pianoforte

Questo semplice esercizio aiuta a rendere più forti e mobili le dita interessate nell’esecuzione dell’ottava, in modo particolare il mignolo che, dopo aver affrontato questo tipo di esercizio, sarà in grado di assicurare maggiore precisione e controllo del movimento.

 

Esercizio 2

 

Un altro esercizio molto utilizzato quando ci si trova ad affrontare un passaggio di ottave è quello delle cadute sulla tastiera. L’esercizio consiste nel suonare le ottave interamente con la caduta di braccio, avambraccio e mano.

Si inizia con le cadute di braccio, che sfruttano l’articolazione della spalla, e a partire dalla preparazione della mano nella posizione descritta in apertura e da una distanza di massimo dieci centimetri, si lascia cadere la mano sui tasti dell’ottava (sul primo e quinto dito, o quarto dito se è un tasto nero).

Analogamente si effettueranno le cadute con l’avambraccio, che sfruttano l’articolazione del gomito, lasciando il braccio penzolare liberamente dalla spalla e le cadute di mano che, invece, agiscono sull’articolazione del polso, che resterà fermo e basso, consentendo al palmo della mano di portare le dita in posizione lasciandole cadere sui tasti.

Anche questo esercizio si rivela molto utile per rinforzare le dita che dovranno resistere al peso delle braccia e soprattutto aiuta a rilassare i muscoli e a sciogliere le articolazioni. Riuscire a raggiungere il completo rilassamento è molto importante nel caso dell’esercizio sulle ottave che, costringendo a tenere la mano completamente aperta, può generare facilmente irrigidimento e senso di affaticamento.

 

ottave al pianoforte

Una accortezza

 

Una particolare attenzione andrebbe, infine, riservata ad un aspetto particolare che può fare la differenza, ovvero l’altezza tra le dita e i tasti tra un’ottava e un’altra. In linea di principio, si dovrebbe cercare di ridurre questa altezza quanto più possibile. L’ideale, in altre parole, sarebbe mantenere le dita attaccate ai tasti, cosa che consentirebbe di avere un maggior controllo dei medesimi e di eseguire dei legati più armoniosi ed efficaci.

Non mancano, certamente, indicazioni esplicite da parte di compositori di staccare le singole ottave e, in quel caso, può essere utile rendere più ampio il movimento sollevandosi dai tasti, ma, in realtà, anche in questo caso, è sempre utile mantenersi quanto più vicino possibile alla tastiera, poiché per “staccare” le ottave non serve seguire un movimento verso l’alto, ma piuttosto spostarsi verso destra o verso sinistra.

 

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