Chiave di tenore

Chiave di tenore

Continuiamo la nostra ricognizione nell’ambito delle nozioni di solfeggio affrontando, in questa sede, la chiave di tenore e la chiave di Do di cui essa individua uno dei registri. Nei precedenti articoli abbiamo visto caratteristiche e modalità di lettura della chiave di Sol o di violino e della chiave di Fa o di basso.

A beneficio di chi non ha avuto modo di leggere le precedenti lezioni, ribadiamo che le chiavi musicali rappresentano quei segni grafici convenzionali che indicano in maniera esplicativa a quale registro di suoni fanno riferimento le cinque righe del pentagramma, per questo motivo, potranno essere lette in vari modi anche se rappresentano le stesse cinque righe.

Le chiavi musicali e dunque anche la chiave di tenore, diventano necessarie perché, come è facile intuire, l’intera gamma di suoni non può essere graficamente rappresentato sui soli righi del pentagramma, se non utilizzando un numero particolarmente elevato di cosiddetti tagli addizionali (rammenti di linee che servono a indicare una nota che supera, al grave o all'acuto, i limiti del pentagramma.), cosa che renderebbe, però, la lettura difficile e macchinosa.

Le chiavi musicali sono tre: chiave di Sol o di violino, chiave di Fa o di basso e chiave di Do di cui fa parte anche la chiave di tenore. Ogni chiave prende il nome dalla nota base di riferimento che viene utilizzata per stabilire la posizione di tutte le altre note.

I simboli grafici che le identificano nascono da alterazioni di lettere dell’alfabeto gotico. In particolare, la chiave di Do cui appartiene la chiave di tenore è un segno derivato storicamente dalla lettera C che indicava, prima dell'avvento delle sillabe introdotte dalla riforma di Guido D’Arezzo, l'attuale Do e che fissa la posizione del Do centrale del pianoforte, o Do3, sul pentagramma.

Come abbiamo detto, la chiave di tenore individua uno dei quattro registri di voce rappresentato dalla chiave di Do: soprano, mezzosoprano, contralto, tenore.

In base al registro utilizzato la chiave di Do viene poggiata su un rigo differente:

  • nella chiave di soprano (usata dalle cantanti con questo timbro di voce) sul primo rigo;
  • nella chiave di mezzosoprano (usata dalle cantanti con questo timbro di voce) sul secondo rigo;
  • nella chiave di contralto (usata dalle viole e dal contralto) sul terzo rigo;  
  • nella chiave di tenore (usata dal fagotto, dal trombone, dai violoncelli e dal tenore) sul quarto rigo.

Nella chiave di tenore troveremo rispetto alla nota di riferimento che coincide con il Do centrale, a salire le note Re, Mi, Fa, Sol, a scendere Si, La, Sol, Fa, Mi, Re, Do, Si, La, Sol.

La memorizzazione e conseguente lettura delle note nelle diverse chiavi può risultare difficoltosa e poco agevole. Un metodo piuttosto intuitivo che facilità questo compito è rappresentato dall’utilizzo della chiave di violino come riferimento da cui far derivare la lettura nei diversi registri in chiave di Do. In altre parole, si tratta di leggere lo spartito come se fosse in chiave di Sol spostando le note un intervallo sotto o sopra in base alla chiave di riferimento.

Per leggere in chiave di tenore, ad esempio, sarà sufficiente  leggere le note in chiave di violino abbassandole di una sola nota e nella pratica scendere di un’ottava.

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