Audio 8d: il suono del futuro?

Si trovano dappertutto. Condivisi da un tam tam social che gli ha fatti diventare il fenomeno del momento, i mix audio 8D vengono presentati come la tecnologia del futuro. In questo articolo spieghiamo cosa sono e cerchiamo di capire se l’8D apre realmente nuovi scenari per l’audio musicale.

 

Con ogni probabilità la totalità delle persone che sta leggendo queste righe ha ricevuto in questi giorni, attraverso i canali delle proprie chat, un messaggio del tipo: “Ascolta questo brano con le cuffie, è la nuova canzone degli XXX con la tecnologia 8D. Senti che effetti, quasi da sentire la musica col cervello e non con le orecchie…”. Allegato al messaggio un brano realizzato attraverso questa presunta nuova tecnologia definita con un certa enfasi formato 8D Audio.

Dato per acquisito che viviamo in un mondo esclusivamente tridimensionale e quindi consideriamo le restanti cinque attribuite a questa tecnologia come una concessione al sensazionale e al marketing, ascoltando questi audio, rigorosamente con le cuffie, è possibile vivere un’esperienza di ascolto immersivo, in quanto il suono non sembra provenire da una direzione definita ma sembra girare in continuazione attorno all’ascoltatore.

Per quanto l’attenzione e la curiosità verso questa tecnologia audio sia esplosa in questi giorni, non si tratta propriamente di una novità e per capirlo basta guardare la data di apertura, 25 febbraio 2015, del canale youtube 8D Tune dedicato a questo tipo di audio e che attualmente vanta 6,67 milioni di iscritti.

 

Cos’è l’8D

 

Forse per approssimarsi alla risposta, occorre partire dal verso montaliano “codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo”, una base di certezza da cui partire infatti è che l’8D non è, come certuni sostengono, un suono binaurale ovvero un suono che “viene ottenuto in fase di registrazione con specifici microfoni che acquisiscono l’audio individuando le posizioni dei suoni utilizzando un segnale stereo. Solitamente un microfono binaurale è dotato anche di simulacri di orecchie di forma umana per catturare e replicare il modo in cui gli esseri umani ascoltano i suoni. Le orecchie sono distanziate di circa 15 centimetri per rappresentare la larghezza media della testa umana. L’8D Audio non è quindi un suono binaurale in quanto tale. E non si tratta nemmeno dell’Ambisonics, un suono surround sferico inventato negli anni 70 e che si basa su canali che, invece di trasmettere un segnale audio agli altoparlanti, invia una rappresentazione del campo sonoro che poi viene decodificato dal sistema dell’ascoltatore. Il campo sonoro prende il nome di B-Format” (cfr Dday).

L’8D è, in realtà, una particolare tecnica di mixaggio che utilizza fondamentalmente tutta una serie di stratagemmi per ingannare la percezione uditiva del nostro cervello impedendoli di comprendere la direzione del suono, comunicando la sensazione che tutte le sorgenti sonore siano attive intorno a noi in uno spazio sferico.

In altre parole, è una manipolazione del suono atta a creare l’illusione di un ambiente virtuale a 360 gradi molto simile come principio, ad esempio, al Dolby Surround, lo standard multicanale che tutti conosciamo utilizzato nei cinema e nei sistemi Home Theatre casalinghi, sebbene esista anche per l’ascolto musicale.

Un precedente illustre di utilizzo di surround per l'incisione musicale è quello contenuto nel terzo album da solista di Roger Waters Amused to Death, registrato con una tecnologia innovativa per quei tempi: il Q-Sound, una sorta di surround virtuale che aumenta l'ampiezza dell'immagine sonora e rende più netta la sensazione che determinati suoni e voci provengano da dietro o dai lati dell'ascoltatore.

 

Gli espedienti tecnici con cui l’8D realizza la sua illusione sonora sono l’uso di ritardi, un ricorso massiccio al riverbero per amplificare l’ambienza e l’uso altrettanto accentuato degli effetti di “panning audio” - ovvero quando il suono si sposta dal canale destro e sinistro e viceversa.

A differenza del citato sistema surround in cui esiste una precisa suddivisione dei diversi segnali secondo un accurato schema programmato dal Sound Designer, nel caso di questa tecnologia in voga in questi giorni, tutto appare molto più indefinito, si ha l’impressione di un suono che vaga in maniera casuale in un girotondo che assomiglia molto ad una sorta di carosello musicale.

Per capire meglio questa differenza tra i due sistemi si possono fare due esempi. Il primo dei video riportati di seguito ha un audio surround, mentre il secondo ha un audio 8D.

 

Tecnologia del futuro?

 

Il tentativo di creare un esperienza immersiva di ascolto è un po’ una costante della storia dell’audio fin dall’introduzione della tecnologia stero. Ne abbiamo citate solo alcune ma diverse sono state nel corso degli anni le innovazioni tecniche in questo senso.

L’audio immersivo continuerà ad essere sviluppato e perfezionato e probabilmente approderà anche ad ottimi risultati,  già oggi si possono apprezzare alcuni remix in 5.1 o alcune registrazione realizzate nell’ambito della musica classica, che riescono a trasmettere efficacemente la sensazione di trovarsi in una grande sala da concerto con tanto di orchestra.

Per il momento, questa tecnologia, più che disegnare scenari futuri, sembra un utile intrattenimento per occupare le lunghe ore di tedio casalingo cui ci ha consegnati l’attuale congiuntura pandemica.

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