Chitarristi famosi senza studi regolari

Appare del tutto scontato, che chiunque voglia fare il chitarrista professionista, non può fare a meno di rivolgersi ad un regolare corso di studi per padroneggiare tutti gli aspetti della tecnica strumentale. Questo assunto ovvio, trova delle eclatanti eccezioni in alcuni chitarristi famosi che, non solo suonano in maniera strepitosa, ma addirittura hanno creato nuove tecniche e modi di suonare. In questo articolo, citiamo cinque chitarristi davvero unici, che danno una chiara esemplificazione del concetto di autodidatta di talento.

 

 

Nella maggior parte dei casi, se si intende fare della chitarra il proprio mestiere, è sempre bene affidarsi ad un maestro e seguire un percorso didattico che permetta di studiare adeguatamente lo strumento. Se si vuole rimane ad un livello hobbystico molto utili sono le risorse gratuite che si possono trovare in rete come le lezioni di chitarra fornite da Notetralerighe. Questi, grosso modo, i percorsi che i comuni mortali possono percorrere per approcciarsi alla chitarra, perché poi esistono anche quei rari casi, veramente eccezionali, di musicisti nati, di chitarristi famosi che sono arrivati a influenzare e cambiare il modo di suonare di intere generazioni senza nessuna formazione specifica, completamente autodidatti, affidandosi esclusivamente al proprio istinto musicale.

È il caso di alcune vere e proprie leggende della chitarra che alla tecnica pura e ai grandi virtuosismi hanno sostituito il loro modo unico e irripetibile di suonare.

 

Noel Gallagher

 

Pensando a chitarristi famosi che si sono imposti senza un regolare curriculum di studi un primo nome che viene in mente è quello di Noel Gallagher che, insieme al fratello Liam con gli Oasis, ha segnato musicalmente gli anni Novanta. La biografia di uno dei re del pop britannico è segnata da un padre violento, in un contesto di disoccupazione, sbornie e piccoli/grandi drammi familiari. Oltre ad una infanzia difficile, il padre lascia anche una chitarra con cui Noel trascorre sei mesi chiuso in camera, scontando in questo modo la pena condizionale che gli era stata comminata per aver rapinato un negozio. Noel, pur non in possesso di un tecnica sopraffina, è capace di sintetizzare i propri riferimenti musicali con un testo e una melodia unici, che gli consentono di realizzare magicamente degli inni generazionali.

 

Jack White

 

Tra i chitarristi famosi autodidatti bisogna citare anche il musicista e cantante del duo rock White Stripes Jack White. White è stato inserito dalla rivista Rolling Stones nella classifica dei migliori 100 chitarristi di sempre al settantesimo posto con le seguenti motivazioni: “All’inizio del secolo, musicisti new-metal e post-grunge avevano contribuito alla cattiva fama delle chitarre rumorose, ma Jack White è riuscito ad azzerarla. Il musicista ha creato connessioni fra l’hard-rock e la roots music tramite riff feroci, e ha dimostrato che una band dall’attitudine blues poteva sfuggire quello che egli stesso definisce: «cazzate blues da bianchi con Stratocaster». Sebbene l’analogico fosse la sua naturale inclinazione, White ha fatto un uso ingegnoso del pedale DigiTech Whammy –il segreto dietro il finto basso tuonante in Seven Nation Army e le linee urlanti in pezzi come Bell and Biscuit”. Jack ha iniziato cantando in un coro in chiesa per poi passare, a sei anni, alla batteria e approdare finalment da autodidatta alla chitarra solo a sedici anni. A quanto pare, la sei corde non è stata la sua unica vocazione perché ad certo punto decise anche di entrare in seminario, ma il richiamo della musica, fortunatamente, è stato più forte.

 

Eric Clapton

 

Se si citano chitarristi famosi, un nome inevitabile è quello di una vera e propria leggenda del blues: Eric Clapton. Quello che non tutti sanno, forse, è che Slowhand è un chitarrista autodidatta. Clapton, infatti, iniziò a suonare la chitarra all'eta' di 14 anni e realizzò la sua formazione, imparando gran parte dei suoi licks dai dischi. Le sue prime influenze furono i chitarristi di rock n'roll, come Chuck Berry e Buddy Holly. Quando Eric si iscrisse al Kingston College Of Art di Londra, gli altri studenti lo introdussero al blues ed inizio' ad interessarsi molto ai primi stili di Delta-blues. Le sue prime influenze blues comprendono Big Bill Broonzy, Muddy Waters, Charlie Patton, Tampa Red e Blind Willie Johnson, che fu una delle influenze ad aver agito maggiormente sul modo di suonare slide di Clapton. Piu' tardi, Clapton inizio' ad interessarsi agli artisti blues contemporanei, quali Buddy Guy, Otis Rush, B.B. King, Albert King e Freddie King. Quello che può costituire un utile fonte di consolazione e uno sprone per chi incontra difficoltà all’inizio del percorso di studio della chitarra è sapere che anche al grande Eric Clapton all’inizio lo strumento apparve ostico al punto da meditarne l’abbandono.

 

Kurt Cobain

 

Un nome una leggenda quello di Kurt Cobain, l’indimenticato frontman dei Nirvana. Tutti abbiamo nelle orecchie la sua voce graffiata e graffiante che entra nell’anima. Anche Kurt compare nella classifica dei 100 migliori chitarristi di sempre posizionandosi al settantatreesimo posto. Sulle sue virtù chitarristiche scrive la prestigiosa rivista: “Kurt Cobain non era un virtuoso della chitarra, questo è il punto: ha rubato la chitarra a musicisti tecnici e divoratori di note per ridarla ad artisti e poeti, diventando uno dei musicisti più importanti di sempre. Cobain non ha inventato il rock alternativo, ma con la sua passione per i Cheap Trick, Melvins e Kiss, gli ha dato il potere metallico di conquistare il mondo”. Anche Cobain approda alla chitarra dopo aver sperimentato pianoforte, canto e tamburo e grazie ad una chitarra ricevuta in dono da un zia. Inizialmente ambidestro, si specializza con la chitarra mancina anche per differenziarsi dagli altri.

 

Jimi Hendrix

 

Ultima menzione in questo elenco di chitarristi famosi che hanno scritto in proprio la storia dello strumento è forse quella più sorprendente: Jimi Hendrix. Considerato all'unanimità il più grande chitarrista elettrico di tutti tempi. Dal suo strumento d'elezione seppe trarre un'innumerevole quantità di diversi effetti timbrici, giungendo a suonarlo anche con i denti, con il gomito o con l'asta del microfono, in modo coerente al carattere istintivo ed esibizionistico dei suoi concerti.

Il suo primo approccio con uno strumento a corda fu su un ukulele ad una sola corda trovato in mezzo ad una montagna di cianfrusaglie nel garage di una vicina. Come ricorda il fratello in un articolo apparso su Repubblica: “A casa Buster ci armeggiò sopra per ore e ore. Anche se non ne sapeva molto di musica, si sedette e pizzicò quell'unica corda allentata osservandola mentre vibrava. Sbatteva come un elastico rotto. Poi a Buster venne un'idea. La sua mano scivolò verso l'alto e quando girò la chiavetta la nota che uscì dalla corda pizzicata salì di tonalità e divenne più profonda. In quel preciso istante, accadde quasi una magia. Quel suono divenne musica. Iniziò così a girare la chiavetta e a strimpellare la corda per scendere e salire di tonalità. Anche se suonava singole note, eseguì un paio di brani di Elvis Presley sentiti alla radio. Fece tutto a orecchio, trovando le note da solo.”

Chitarristi famosi e leggendari come Hendrix sono davvero pochi, eppure, anche la sua prima vera chitarra, come ricorda sempre il fratello: “Aveva tre corde arrugginite e il manico ricurvo, piegato. Ma per Buster fu amore a prima vista”. Riuscì ad acquistarla per cinque dollari grazie alla zia Ernestine che gli diede il denaro necessario contro il parere del padre. “Mio fratello si era già esercitato a suonare una chitarra agitando in aria la scopa, - ricorda ancora Leon Hendrix - e non vedeva davvero l'ora di ritrovarsene in mano una vera. Uno dei primissimi lick che suonò sulla sua nuova chitarra fu la colonna sonora del telefilm Peter Gunn, probabilmente perché poteva suonarla tutta sulla stessa corda. Per evitare che gli dessi fastidio, Buster mi legò al polso una matita colorata con una cordicella, e mi fece sedere davanti ad alcuni fogli di carta. Mentre lui suonava, io disegnavo, per ore intere, facendo schizzi e colorando. Buster era sempre stato mancino, quindi istintivamente iniziò a reggere la chitarra col manico a destra e a testa in giù. Invece di avere le corde sistemate da quella più bassa a quella più alta, per un po' le ebbe rovesciate, finché non si fece riaccordare la chitarra così da poterla suonare con la sinistra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte articolo: https://suonarechitarra.com/2016/11/15/5-chitarristi-famosi-mai-andati-a-lezioni-di-chitarra/

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