The ClimateMusic Project

Il progetto dell'artista Stephan Crawford mette insieme sensibilizzazione, creatività e big data. Dalla collaborazione tra scienziati e musicisti nascono delle suite musicali che fanno riflettere sui cambiamenti climatici spingendo all’azione individuale nel presente.

 

Che suono ha un ghiacciaio che si scioglie? Che melodia produce l’innalzamento del livello di CO2?, Sono damande cui ha cercato di dare una risposta Stephan Crawford, fondatore di The ClimateMusic Project, un gruppo con sede a San Francisco che crea musica in base ai dati climatici. “Ascoltare una composizione è un'esperienza attiva, non solo passiva. Può rendere i cambiamenti climatici più personali e ispirare le persone ad agire”, ha affermato Crawford in una intervista al The New York Times. Molti sondaggi indicano una crescente accettazione della realtà del riscaldamento globale, tuttavia, molte persone non sono ancora abbastanza motivate per agire; sembra una problematica troppo astratta e allontanata in un indefinito futuro. Per trasmettere l’urgenza dei cambiamenti a livello personale nel presente, si è pensato di fare appello allo straordinario potere della musica come mezzo di comunicazione a livello emotivo, traducendo i freddi dati numerici della scienza in melodie strazianti.

Tre le produzione musicali finora fatte realizzate dal progetto che è possibile ascoltare qui

 

What If We ...?

 

Lo scorso 29 ottobre "What If We ...?", un brano jazz e parlato con gli arrangiamenti della band COPUS, è stata eseguito di fronte a un pubblico di circa 250 persone presso la sede della Banca Mondiale a Washington DC, per l'apertura della mostra Art of Resilience.

Il pezzo scritto da Wendy Loomis, compositore di ClimateMusic, e Alison Marklein, ricercatrice ambientale dell'Università della California, Riverside, è stato creato a partire dai dati sull'innalzamento del livello del mare pubblicati sulla rivista Earth's Future nel 2018 e spesso citati dall'Intergovernmental Gruppo di esperti sui cambiamenti climatici. Un algoritmo informatico ha quindi convertito ogni unità di misura in più del potenziale innalzamento del livello del mare in una frequenza audio, ciascuna frequenza leggermente superiore alla precedente. Il risultato è l’illustrazione sonora di un grafico.

La composizione inizia con un audio che rappresenta il livello del mare attuale. Man mano che il pezzo avanza, tiene traccia dei dati nel futuro, come l'asse temporale su un grafico. La musica diventa sempre più distorta e intensa, e ne consegue una battaglia tra il basso (che rappresenta un'area terrestre in diminuzione) e la batteria (innalzamento del livello del mare) che è emotivamente coinvolgente. A poco a poco, la batteria prende il sopravvento al punto che le melodie della tastiera e del basso sono completamente invase dalle percussioni. Il pezzo include titoli di notizie plausibili dall'anno 2045 come “L'Oceano Artico è privo di ghiaccio per la prima volta" e "Le Isole Marshall sono quasi completamente ingoiate da l'oceano Pacifico", che parlano dei possibili scenari derivanti dall’avvenuto innalzamento del livello del mare. Una rottura drammatica si verifica quando le percussioni in un crescendo parossistico ad un certo punto si fermano. Subentra una dolce melodia fatta di piano e basso che accompagnano le voci che cantano il commovente appello: “What if we – what if we – what if we – change”. La musica diventa più dolce e distesa a rappresentare il diverso scenario creato da diversi e più con sapevoli comportamenti umani.

 

Climate

 

Climate è una composizione originale di Erik Ian Walke. La composizione è stata creata utilizzando quattro indicatori climatici chiave e assegnando a ciascuno di essi un analogo musicale:

La concentrazione di anidride carbonica si riflette nel tempo della composizione, con quantità crescenti di CO2 che si accumulano nell'atmosfera causano un'accelerazione del tempo.

La temperatura atmosferica vicino alla Terra è rappresentata dal tono, in cui un aumento della temperatura si traduce in, aumento della dissonanza, complessità armonica e / o un semplice aumento del tono.

Le variazioni del bilancio energetico della Terra (l'equilibrio tra energia in arrivo dal sole e calore in uscita dalla Terra) sono udibili come distorsione aumento di volume e una generale irregolarità del tono. Maggiore è lo squilibrio, maggiore è la distorsione e la perdita di armoniche naturali.

Il pH dell'oceano è rappresentato dalla forma compositiva. Man mano che il pH nell'oceano scende (diventa più acido), la forma compositiva si degrada.

In questo caso, la musica che si ascolta non è generata dai dati climatici (sonificazione), ma è influenzata e modificata da ciò che i dati prescrivono attraverso un processo chiamato approccio decostruttivo, in cui un compositore si presenta con un'idea musicale indipendente da qualsiasi dato. Dopo che l'idea musicale è stata realizzata, il compositore ha lavorato con il team scientifico per esplorare essenzialmente le conseguenze generate dal contatto di quell'idea con i dati nel tempo. Di grande impatto emotivo è la progressione distruttiva dell’armonia del brano dettata dall’andamento dei dati climatici. Anche in questo caso, tuttavia, per motivare gli ascoltatori all'azione, il compositore ha voluto includere uno scenario "best case" con un ritorno alla melodia determinato dal miglioramento dei parametri climatici generato dai giusti comportamenti individuali.

 

Icarus in Flight

 

Si tratta di un'opera da camera originale del compositore Richard Festinger in collaborazione con The ClimateMusic Project. L’opera mette in musica tre fattori umani del cambiamento climatico - crescita della popolazione, uso di combustibili fossili e cambiamento nell'uso del suolo - per due secoli, dal 1880 al 2080.

La crescita della popolazione determina la densità media degli eventi musicali nel tempo. In questo contesto, densità indica il numero di eventi musicali in un determinato periodo di tempo.

Le emissioni di carbonio determina la gamma di frequenza della musica, dal tono più basso a quello più alto, aumentando gradualmente da un quinto perfetto nel registro centrale a un arco di 6,25 ottave, prima di crollare fino a quasi nulla.

L'uso della terra è rappresentato dalla proporzione crescente di musica che viene riprodotta con timbri specializzati (colori dei toni), tra cui principalmente l'arco tremolo rapido e l'arco vicino al ponte

Anche qui, la rappresentazione musicale degli scenari possibili si sdoppia sia in direzione di un futuro coerente con la china catastrofica generata dalle attuali condizione, sia verso un speranza generata da un’inversione di tendenza.

 

Il futuro del progetto

 

A render ancora più coinvolgenti le performance di The ClimateMusic Project l’utilizzo di grafici animati, mentre i suoni danno concretezza della scalata senza sosta dei gas inquinanti, dell’aumento dei livelli di CO2, delle temperature globali e in generale del bilancio energetico del pianeta Terra, che viaggia verso il tracollo. Alla fine dei concerti c’è anche un momento di scambio e dibattito per confrontarsi con esperti e organizzazioni.

Partito come una sorta di hackathon creativo nel 2014, The ClimateMusic Project è ormai cresciuto arrivando attualmente a coinvolgere due compositori e quattro scienziati che studiano il clima e ha all’attivo una dozzina di concerti in particolare nella Bay Area californiana. L’obiettivo è quello di proporsi come un format internazionale che si arricchisca anche di altre tecnologie come la realtà virtuale. A partire dall’anno prossimo grazie ad un piattaforma online ideata insieme alla scuola di musica di San Francisco compositore di tutto il mondo potranno contribuire al progetto con una propria creazione.

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