Ecco perché alcune canzoni ci rimangono in testa

Avere una canzone incastrata nella propria testa, fenomeno efficacemente denominato dagli scienziati inglesi earworm, è un'esperienza che oltre il 90% di noi vive regolarmente. Negli ultimi 15 anni circa, i ricercatori hanno iniziato a indagare su questo fenomeno da varie angolazioni e con diversi studi sperimentali.

 

earworm

Alcune canzoni rimangono nella testa per intere giornate, costringendo gli ascoltatori a canticchiarle a mente, fischiettarle o intonarle a bassa voce per strada senza potersene liberare. Qual è il motivo di queste piccole (e non sempre piacevoli) ossessioni?

I meccanismi che innescano questi loop mentali sono stati oggetto di diversi studi ed esperimenti. Questa sorta di stalker acustici sono stati definiti efficacemente dagli scienziati inglesi con il termine earworm letteralmente bachi delle orecchie, perché proprio come dei bachi si insinuano nella nostra mente indipendentemente dalla nostra volontà.

Due sono le caratteristiche di questo che, con un'altra espressione tecnica, possiamo chiamare immaginario musicale involontario (INMI): è richiamato tramite meccanismi di recupero associativi e non pianificati ed è di natura involontariamente ripetitiva. Queste due caratteristiche servono a distinguere INMI da altre cognizioni musicali correlate come ad esempio l'immaginario musicale volontario o le allucinazioni musicali.

 

Il jukebox interno

Un esperimento pubblicato sul Memory and Cognition Journal ha mostrato che i motivi musicali che riproduciamo nella nostra testa sono pressoché identici alle registrazioni originarie, come se avessimo una sorta di jukebox interiore. Nel corso di 4 giorni, il tempo INMI è stato misurato chiedendo ai 17 volontari di battere al ritmo del loro INMI con un accelerometro da polso. Si è osservato che il tempo battuto aveva un margine di errore minimo, solo il 10%. Questo sta ad indicare che la persistenza mnemonica del motivetto avviene sulla base di precisi criteri musicali.

Su Consciousness and Cognition è stato pubblicato un altro studio documentato che i soggetti che affermano di avere spesso un motivetto in testa, trovandolo un po' invadente, hanno una struttura del cervello diversa, con una quantità maggiore di materia grigia nelle aeree associate con i processi emozionali.

 

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Uno screensaver per la mente

Lauren Stewart, direttrice fondatrice del programma Music, Mind, and Brain presso la Goldsmiths, University of London, che al fenomeno ha dedicato diversi studi, lo ha paragonato ad una sorta di “screensaver musicale che tiene la mente 'preservata', come fosse in stand-by, mentre siamo rilassati, dunque a un regime minimo di attività cerebrale e cognitiva”.

In questo senso si spiega l’emergere involontario di questi motivetti quando siamo immersi in attività poco impegnative come ad esempio quando siamo sotto la doccia, o stiamo camminando, o mentre ci vestiamo.

Una conferma è venuta dall’esperimento condotto dalla studiosa che consisteva nell’esporre i volontari ascolto dei trailer dei film Pretty Woman e James Bond prima di assegnare uno serie di compiti differenziati. L’emergere dei motivetti nei successivi cinque minuti era invariabilmente segnalato da coloro che erano seduti senza svolgere alcuna attività particolarmente impegnativa e, in generale, "più complicati erano i compiti assegnati, meno motivetti musicali sentivano le persone".

In altre parole, l’immaginario musicale involontario diventa utile in quelle situazioni in cui lei nostri meccanismi cerebrali di difesa sono ad un livello più basso e salvaguardano la nostra mente mentre noi la teniamo a riposo.

 

Le caratteristiche fondamentali

Per poter capire quali sono gli elementi musicali che trasformano una canzone in un earworm, i ricercatori hanno chiesto a 3800 persone quali fossero le canzoni che canticchiavano più spesso e hanno poi confrontato i pezzi segnalati con quelli mai nominati dai volontari ma comunque abbastanza popolari, tenendo anche conto di quanto recentemente le canzoni fossero state incluse nelle classifiche musicali del Regno Unito. Quindi, ad esempio, Bad Romance di Lady Gaga (la più citata come motivetto ricorrente) è stato abbinato a Just Dance, un'altra canzone popolare di Lady Gaga che non è stata nominata come un earworm nel sondaggio da nessuno. Le melodie esaminate sono state limitate ai generi musicali più popolari, quindi pop, rock, rap e rhythm & blues. I dati sono stati raccolti tra il 2010 e il 2013. Dall’analisi sono emerse tre caratteristiche melodiche fondamentali:

Tempo: i brani di earworm tendevano ad avere un tempo più veloce rispetto ai non-earworm. L'idea che il nostro cervello ami lanciarci melodie allegre più spesso di quelle lente potrebbe essere dovuta alla relazione tra movimento e earworms: in molte persone insorgono earworms quando si impegnano in movimenti periodici come camminare, correre o lavarsi i denti.

Forme melodiche generiche: i brani indicati come earworm tendevano ad avere contorni (forme) melodici complessivi più generici rispetto alle canzoni non-earworm. Un esempio di un contorno melodico molto comune è uno schema ascendente seguito da uno discendente, come si vede nella prima strofa di Twinkle, Twinkle Little Star e molte altre filastrocche, così come il ritornello di Bad Romance. Avere una forma melodica generica potrebbe aiutare il nostro cervello a essere in grado di ricordare più facilmente una canzone e provarla nella mente.

Schemi di intervallo insoliti: i brani classificati come earworm tendevano anche ad avere alcuni intervalli unici, come un numero maggiore di salti o un salto occasionale più grande di quanto ci si aspetterebbe nella "canzone pop media". L'idea che le melodie degli earworms debbano essere generalmente facili da ricordare in termini di forma melodica, ma contenere anche alcuni schemi unici di intervalli potrebbe essere dovuta al cervello che cerca una sorta di livello di complessità secondo il principio Riccioli d’oro (giusta quantità) in una melodia - una melodia quindi che è non troppo semplice ma neanche troppo complessa da ricordare.

 

Il brano più orecchiabile di sempre

Uno studio eseguito da alcuni ricercatori dell'Università di Amsterdam, in collaborazione con il Museo della Scienza di Manchester, qualche annoi fa si era posto il compito di individuare quale fosse la canzone più orecchiabile di sempre. A questo scopo i ricercatori hanno sviluppato una piattaforma online chiamata Hooked On Music - ora divenuta pubblica sul sito hookedonmusic.org.uk - chiedendo a 12mila partecipanti registrati di riconoscere una serie di brani scelti tra circa 1000 hit uscite dal 1940 ad oggi.

La canzone designata come più orecchiabile e riconoscibile degli ultimi 70 anni è stata il singolo di debutto della Space Girls Wennabe. Il brano del 1996 che ha venduto 7 milioni di copie, è stata riconosciuta in media dopo 2,3 secondi rispetto ai 5 o 7 secondi di altre canzoni. Nelle prime cinque posizioni Mambo No 5 di Lou Bega con 2,48 secondi, poi Eye Of The Tiger (Survivor) con 2,62, Just Dance (Lady Gaga) 2,66 e Sos degli Abba 2,73.

 

 

 

 

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