La Marsigliese: breve storia e curiosità

La Marsigliese o Chant de guerre pour l'Armée du Rhin è il canto rivoluzionario adottato per la prima volta nel 1795 e poi di nuovo dal 1879 come inno nazionale francese. Ne scopriamo storia, curiosità e fortuna tra Čajkovskij e Michael Curtiz.

La Marsigliese, l’inno della Francia, venne composta nel 1792: il testo e la musica furono scritti da Claude Joseph Rouget de Lisle. ll giovane, ufficiale del genio militare e musicista dilettante, scrisse la canzone in poche ore e la chiamò Chant de guerre pour l'Armée du Rhin. Il brano venne ribattezzato come Marsigliese perché cantato per le strade di Parigi da volontari marsigliesi, che avevano marciato verso la capitale, dov’erano diretti per assaltare il Palazzo delle Tuileries e porre fine alla monarchia. La canzone fu ufficialmente nominata inno nazionale francese nel 1795 e divenne rapidamente il simbolo musicale della Rivoluzione francese.

Il primo spartito della Marsigliese è privo della firma di Rouget de Lisle e questo ha fatto avanzare dubbi sull’autenticità dell’opera: la cosa certa è che le melodie non sono originali e vennero riprese dal Tema e variazioni in Do maggiore del compositore italiano Giovanni Battista Viotti, attivo tra il Settecento e l’Ottocento. L’opera mostra anche una certa somiglianza con il Concerto per pianoforte e orchestra n. 25 in Do maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart.

Il testo della Marsigliese

Il testo della Marsigliese appare debitore, in primo luogo, del linguaggio giacobino. L'esortazione agli enfants de la Patrie («figli della Patria») trae ispirazione, invece, dal nome dei battaglioni volontari giovanili diffusi nel Basso Reno a Strasburgo. Rouget, inoltre, probabilmente conosceva anche le parole di un inno protestante del 1560 legato alla congiura d'Amboise e i cui versi conclusivi recitavano: “Le temps est-il venu que les étrangers ravissent d'entre nos bras, nos femmes et nos pauvres enfants pour en abuser en toute vilainie” (È giunto un tempo in cui gli stranieri ci strappano dalle braccia le nostre donne e i nostri poveri bambini per abusarne crudelmente). Infine, poteva non essergli estranea l'ode scritta da Boileau nel 1656 in risposta alle minacce di Oliver Cromwell alla Francia: “Et leur corps pourris dans nos plaines/N'ont fait qu'engraisser nos sillons” (E i loro corpi marciti nelle nostre pianure/Hanno solo ingrassato i nostri solchi).

Due soli versi furono probabilmente cambiati nell'immediatezza della stesura: il tenente Masclet, al quale Rouget de Lisle sottopose l'inno prima di presentarlo a Dietrich, avrebbe proposto una modifica all'ultimo distico della sesta strofa sostituendo i versi “Et que les trônes des tyrans/Croulent au bruit de notre gloire” (E che i troni dei tiranni/Crollino al clamore della nostra gloria) con le parole “Que tes ennemis expirants/Voient ton triomphe et notre gloire” della versione definitiva.

La settima strofa, detta couplet des enfants («strofa dei bambini»), fu aggiunta per mano di un autore ignoto. Variazioni di minore rilevanza e verosimilmente di origine popolare sono state interpolate al testo originale, come “vos bras, [...] vos fils, vos compagnes” al posto di “nos [...] e l'imperativo di prima persona “marchons” in luogo di “marchez”, modificato, si suppone, per esigenze di rima (con bataillons e sillons).

Il testo integrale:

Allons enfants de la Patrie,

Le jour de gloire est arrivé !

Contre nous de la tyrannie,

L'étendard sanglant est levé, [bis]

Entendez-vous dans les campagnes

Mugir ces féroces soldats ?

Ils viennent jusque dans vos bras

Égorger vos fils, vos compagnes !

 

Aux armes, citoyens,

Formez vos bataillons,

Marchons, marchons !

Qu'un sang impur

Abreuve nos sillons !

 

Que veut cette horde d'esclaves,

De traîtres, de rois conjurés ?

Pour qui ces ignobles entraves,

Ces fers dès longtemps préparés ? [bis]

Français, pour nous, ah ! quel outrage

Quels transports il doit exciter !

C'est nous qu'on ose méditer

De rendre à l'antique esclavage !

 

Aux armes, citoyens...

 

Quoi ! des cohortes étrangères

Feraient la loi dans nos foyers !

Quoi ! ces phalanges mercenaires

Terrasseraient nos fiers guerriers ! [bis]

Grand Dieu ! par des mains enchaînées

Nos fronts sous le joug se ploieraient

De vils despotes deviendraient

Les maîtres de nos destinées !

 

Aux armes, citoyens...

 

Tremblez, tyrans et vous perfides

L'opprobre de tous les partis,

Tremblez ! vos projets parricides

Vont enfin recevoir leurs prix ! [bis]

Tout est soldat pour vous combattre,

S'ils tombent, nos jeunes héros,

La terre en produit de nouveaux,

Contre vous tout prêts à se battre !

 

Aux armes, citoyens...

 

Français, en guerriers magnanimes,

Portez ou retenez vos coups !

Épargnez ces tristes victimes,

À regret s'armant contre nous. [bis]

Mais ces despotes sanguinaires,

Mais ces complices de Bouillé,

Tous ces tigres qui, sans pitié,

Déchirent le sein de leur mère !

 

Aux armes, citoyens...

 

Amour sacré de la Patrie,

Conduis, soutiens nos bras vengeurs

Liberté, Liberté chérie,

Combats avec tes défenseurs ! [bis]

Sous nos drapeaux que la victoire

Accoure à tes mâles accents,

Que tes ennemis expirants

Voient ton triomphe et notre gloire !

 

Aux armes, citoyens...

 

Nous entrerons dans la carrière

Quand nos aînés n'y seront plus,

Nous y trouverons leur poussière,

Et la trace de leurs vertus, [bis]

Bien moins jaloux de leur survivre,

Que de partager leur cercueil,

Nous aurons le sublime orgueil,

De les venger ou de les suivre.

 

Aux armes, citoyens...

Detestata dai sovrani e citata dai compositori

Durante i regni di Napoleone Bonaparte, Luigi XVIII e Carlo X, dal 1804 al 1830, La Marsigliese fu bandita a causa della sua origine rivoluzionaria e non fu reintegrata come inno nazionale della Francia fino al 1879.

Tra i compositori, tuttavia, la sua popolarità è stata sempre grande. Giuseppe Verdi citò la Marsigliese nel suo Inno delle Nazioni, che incorpora anche gli inni nazionali di Inghilterra e Italia per testimoniare l’unità tra le nazioni.

Edward Elgar la usò insieme a Rule Britannia in The Music Makers. I Beatles la inserirono nella fanfara di apertura di All You Need is Love.

Ma l'uso classico più famoso della Marsigliese è nell'ouverture di Čajkovskij del 1812, che commemora la sconfitta dei francesi nella battaglia di Borodino. Nel brano si possono ascoltare chiaramente frammenti della melodia, che rappresentano le truppe francesi in preda al panico, disorganizzate e respinte dalla raffica di archi russi:

La scena della Marsigliese in Casablanca

Dopo essere stato fatto oggetto di citazione musicale in funzione antifrancese da Čajkovskij, la Marsigliese ritrova i suoi originari connotati libertari, questa volta transnazionali, con il suo uso nel film del 1942, diretto Michael Curtiz, Casablanca. Girato in coincidenza con l'entrata in guerra degli Stati Uniti, il film è attraversato da una retorica interventista e l'uso dell'inno francese nella partitura di Max Steiner è ciò che rende tale retorica particolarmente evidente:

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