La musica come linguaggio universale

Un interessante studio pubblicato su Science ha dimostrato che le musiche che fanno riferimento ad una determinata funzione e contesto hanno dei caratteri comuni in tutto il mondo, cosa che fa della musica un linguaggio autenticamente universale condiviso da tutta l’umanità.

 

Con intuizione poetica, circa duecento anni fa, Henry Wadsworth Longfellow disse "La musica è il linguaggio universale dell'umanità", oggi la scienza sembra aver trovato le prove dimostrabili di questa affermazione. Prove che vengono riportate in un articolo di Science apparso qualche tempo e che illustra i risultati di uno tra gli studi più ampi e articolati sulla musica, frutto di una collaborazione internazionale guidata dalla Harvard University.

L’analisi, condotta attingendo a oltre un secolo di ricerche etnografiche e etnomusicologiche, evidenzia come mettendo in relazione contesti o funzioni analoghe tutte le musiche del mondo si assomiglino, o per essere più precisi, conservino tratti comuni.

Lo studio è stato ideato da Samuel Mehr dell'Harvard Data Science Initiative, insieme a Manvir Singh, del dipartimento di Biologia evolutiva umana di Harvard e Luke Glowacki, ora professore di antropologia alla Pennsylvania State University. Si presume spesso che la musica sia un universale umano, che emerge da un adattamento evolutivo specifico alla musica e / o un sottoprodotto di adattamenti per affetto, linguaggio, controllo motorio e percezione uditiva.

L'universalità della musica, sempre affermata e supposta, non è mai stata effettivamente dimostrata sistematicamente ed è messa in discussione dalla grande diversità della musica attraverso le culture. Le ipotesi della funzione evolutiva della musica sono anche non verificabili senza dati completi e rappresentativi sulle sue forme e contesti comportamentali nelle società.

 

The Natural History of Song

 

Per condurre lo studio i ricercatori hanno messo insieme un imponente archivio musicale ed etnografico chiamato The Natural History of Song, costituito da musicassette, bobine, cd e file contenenti musiche e canzoni provenienti da 315 culture rappresentativo di società per lo più su piccola scala, e provvisto di informazioni di fondamentale importanza quali il contesto in cui ciascuna musica viene utilizzata, notizie sui cantanti e sul pubblico di riferimento, la durata, tipo di accompagnamento strumentale, etc. La discografia è stata anche sottoposta a valutazioni di ascolto da parte di esperti e non.

L’analisi, cui sono stati applicati gli strumenti delle scienze sociali computazionali che minimizzano l'influenza dell'errore di campionamento e di altri pregiudizi, ha inteso rispondere a sei domande fondamnetali. La musica si manifesta in maniera universale? Quali tipi di comportamento sono associati al canto e in che modo variano tra le società? Le caratteristiche musicali di una canzone sono indicative del suo contesto comportamentale (ad esempio, la cura dei bambini)? I pattern melodici e ritmici delle canzoni variano sistematicamente, come quelli che si trovano nel linguaggio? E quanto è prevalente la tonalità nei modi musicali?

 

Risultati

 

Lo studio del corpus etnografico mostra che la musica appare in ogni società osservata; che la variazione degli eventi musicali è ben caratterizzata da tre dimensioni (situazioni formali, incitamento, formule religiose); che il comportamento musicale varia più all'interno delle società che tra di esse su queste all’interno di queste dimensioni; e che la musica è regolarmente associata a contesti comportamentali come la cura dei bambini, la guarigione, la danza e l'amore. L'analisi del corpus discografico mostra anche che le caratteristiche acustiche identificabili delle canzoni (accento, tempo, gamma di tonalità, ecc.) predicono il loro contesto comportamentale primario (amore, guarigione, ecc.); che le forme musicali variano secondo due dimensioni (complessità melodica e ritmica) mentre la tonalità è diffusa, forse universale.

 

La musica elemento universale della cultura umana

 

In conclusione, i ricercatori hanno potuto affermare che la musica pervade la vita sociale in modo simile in tutto il mondo. A questo proposito Samuel Mehr ha dichiarato: “da studente universitario, stavo lavorando a studi sulla percezione della musica infantile e ho iniziato a vedere tutti questi lavori che affermavano che la musica era universale. Beh, ora possiamo sostenerlo". In particolare, si è potuto appurare che le musiche che assolvono specifiche funzioni, come può essere una ninna nanna, una canzone d’amore o un canto d’incitamento alla guerra, hanno caratteri ricorrenti e stereotipati, che fanno della musica un linguaggio autenticamente universale, comune a tutto il genere umano senza barriere di cultura e lingua. I risultati della ricerca dimostrano che la cultura umana è costruita su blocchi psicologici universali, che si traducono in una grammatica musicale, un’idea variamente sostenuta da tempo ma che, come detto, non aveva mai trovato una validazione sulla base di una ricerca rigorosa. Come sostengono gli autori dello studio, la dimostrazione su base scientifica di questo assunto, rappresenta un importante stimolo e punto di partenza per ulteriori sviluppi di indagine per diversi ambiti disciplinari come la psicologia, l’antropologia o la linguistica.

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