La potenza e la grazia della voce di Freddie Mercury

In questo articolo proponiamo l’ascolto isolato della voce di Freddie Mercury rispetto al resto del suono dei Queen, tre minuti di pura potenza e virtuosismo vocale, un modo per apprezzare da un’angolazione privilegiata le capacità di uno dei più grandi performer della storia del rock.

 

freddie mercury

We Are the Champions, pubblicato il 7 ottobre 1977 come primo estratto dal sesto album in studio News of the World, è uno dei singoli più famosi e di maggior successo del gruppo musicale britannico Queen e in generale una delle più celebri canzoni rock di tutti i tempi.

Il brano è stato scritto da Freddie Mercury, che ha affermato: “stavo pensando al calcio quando l'ho scritto. Volevo una canzone con cui i fans potessero sentirsi partecipi. Certo, le ho dato più finezza teatrale di un normale canto di calcio. Sai chi sono. Suppongo che potrebbe anche essere interpretato come la mia versione di I Did It My Way”.

Il brano fu usato dal gruppo come bis finale di moltissimi dei loro concerti. Per la melodia trionfale, e per il testo del ritornello ("Siamo i campioni - siamo i campioni del mondo"), We Are the Champions è divenuto un universale inno celebrativo ricorrente nelle manifestazioni sportive ma non solo.

Questo brano, in realtà, era stato scritto nel 1975 e doveva essere inserito nel quarto disco della band A Night at the Opera, solo che secondo Mercury andava a esulare come tipo di musicalità dalle altre canzoni, quindi decise di inserirla nell'album News of the World del 1977. Uscì come singolo e fu un successo mondiale.

Nel 2002 la canzone è stata votata come la migliore di sempre in un sondaggio internazionale cui hanno partecipato oltre 700 000 persone. Un vero e proprio monumento musicale a cui come tutti i monumenti abbiamo un po’ fatto l’abitudine, ma è un pezzo che riserva sempre nuovi spunti di sorpresa e meraviglia come quella che si può ricavare concentrando l’attenzione sulla straordinaria capacità vocale espressa nel brano da Freddie Mercury. È sufficiente po' di editing, sincronizzazione e magia dell'audio, per poter godere della potenza e intensità della performance del frontman dei Queen, senza chitarre o altri strumenti a fare da accompagnamento, la canzone è portata avanti solo dalla magia naturale della sua voce. Nel contributo condiviso che segue si può apprezzare questo esperimento.

Possiamo apprezzare all’ascolto una voce con una qualità da tenore di bravura cristallina che rivaleggia con qualsiasi performance operistica per pura intensità ed estensione. Non si può fare a meno di rimanere ammirati dal suo lo splendido timbro: naturale, accattivante, pieno di carattere e con quell’accenno di ruvidezza irresistibile che conquista ogni ascoltatore.

Il Do acuto e la maniera di affrontare le asperità della progressione ascendente di cui fa sfoggio nel ritornello sarebbero motivo di giustificato vanto e orgoglio per qualsiasi bravo tenore operistico.

Il cantante degli Who Roger Daltrey ha definito Freddie Mercury come "il più virtuoso musicista rock 'n roll di tutti i tempi, capace di cantare in qualsiasi modo, cambiando stile di strofa in strofa con una semplicità unica".

La gamma vocale documentata di Mercury si estendeva dal Fa basso al Fa alto soprano, con molte delle canzoni dei Queen che mettevano in evidenza la sua coloratura e forza vocale nel registro alto. E quelle note sono sempre arrivate con pura emozione, passione e carisma musicale. Un talento immenso che è stato anche oggetto di uno studio da parte di una squadra di ricercatori provenienti da Repubblica Ceca, Austria e Svezia. Filmando la sua laringe a 4000 frame al secondo è emerso che il leader dei Queen molto probabilmente utilizzava delle subarmoniche, una particolare modulazione della voce (propria di alcuni canti particolari come quello dei Tuvan della Mongolia), ma soprattutto che le corde vocali di Freddie Mercury si muovevano ad una velocità nettamente superiore rispetto a quella normalmente riportata fra gli umani.

Non a caso Freddie Mercury veniva efficacemente definito “una forza della natura con la velocità di un uragano” e adesso sappiamo propriamente il perché.

 

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