La preziosa lista di suggerimenti musicali di Thelonius Monk

Raccolti e appuntati su un foglio manoscritto nel 1960 ad opera del sassofonista Stave Lacy, sono giunti fino a noi alcuni dei suggerimenti che il grande Thelonius Monk, uno dei padri del jazz, era solito rivolgere ai musicisti che dividevano il palco con lui. Ne viene fuori una preziosa lista che, tra indicazioni di prassi esecutiva e saggezza musicale, ha molto da raccontare e insegnare.

 

Quando a dispensare consigli su come affrontare un concerto è un mostro sacro come Thelonius Monk, uno dei più grandi jazzisti di tutti i tempi, non si può che mettersi in religioso silenzio e cercare di fare tesoro di quanto si ascolta. Unanimemente considerato un compositore geniale in possesso di una creatività senza compromessi, la sua musica è ugualmente amata e temuta dai musicisti per i suoi ampi intervalli, per le sue melodie angolari e i ritmi sorprendenti, che rendono difficile e gratificante la sua esecuzione.

Nato nel 1917, agli inizi degli anni Sessanta Thelonius Monk era uno dei jazzisti più famosi e influenti con una discografia che poteva vantare autentiche pietre miliari del genere. Come scrive Stefano Vizio: “a differenza dei suoi colleghi Charlie Parker, Dizzy Gillespie e Miles Davis, Monk evitò sempre le celebrazioni e i divismi di cui poteva essere protagonista un jazzista in quegli anni, occasione più unica che rara di ascesa sociale per un afroamericano. Il suo carattere schivo, da uomo dietro le quinte, rispecchiava il suo reale ruolo di mentore e maestro dei musicisti più giovani, ribelli e fotografati: il risultato fu che la sua figura assunse già quand’era in vita contorni misteriosi e da santone, rafforzati dai suoi comportamenti bizzarri, dal suo proverbiale cappello che sembrava più un copricapo da sciamano, e dalla sua presunta malattia mentale”.

In effetti, quest’aura da maestro saggio e paterno fu ampiamente giustificata nel caso di Monk dalla sua abitudine di dispensare consigli e dritte ai musicisti che dividevano il palco con lui. Tra questi ci fu anche il sassofonista Steve Lacy, che nel 1960 fermò su carta più di venti di questi preziose perle, tra consigli di prassi esecutiva (non solo per pianisti) e sprazzi di poesia, che costituiscono un documento imperdibile per tutti gli amanti di musica.

Una lista in cui ognuno potrà trovare spunti per una riflessione più generale, ma anche estrapolare degli elementi pratici da adottare per rinforzare i propri aspetti musicali, soprattutto nel caso di musicisti che suonino dal vivo, cui queste indicazioni sono effettivamente rivolte.

 

I consigli di Thelonius Monk

 

Solo perché non sei un batterista, non vuol dire che non sei obbligato a tenere il tempo.

Tieni il tempo con il piede e, mentre suoni, canta nella tua mente la melodia.

Smettila di suonare tutte quelle stupidaggini, suona la melodia!

Sostieni il suono della batteria.

Saper discernere è molto importante.

Per capirlo appieno, lo devi capire… capisci?

Cerca di essere sempre consapevole.

C’è sempre bisogno della notte, altrimenti non ci sarebbe bisogno delle luci.

Solleviamo il palcoscenico!

Voglio evitare i provocatori.

Non suonare la parte del piano: quella la suono io. Non ascoltare me, io ti sto accompagnando.

L’inciso della canzone è ciò che rende più bello tutto il resto.

Non suonare sempre tutto, ogni volta. Alcune cose possono essere tralasciate. Certa musica deve essere solo immaginata.

La musica che non suoni può essere più importante di quello che esegui.

Lascia sempre il pubblico ancora affamato di musica.

Una nota può essere piccola come un ago o grande come il mondo: dipende dalla tua immaginazione.

Tieniti in allenamento! A volte un musicista aspetta un concerto senza studiare, e quando il concerto arriva è fuori allenamento, e non ce la fa.

Quando stai ‘swingando’, cerca ‘swingare’ ancora di più!

Come dovresti vestire stasera? Sempre nel modo più elegante possibile!

Non chiedere lavoro a nessuno. Semplicemente sii presente sulla scena.

Certi pezzi sono stati scritti per avere qualcosa da suonare e per spingere i musicisti a venire alle prove.

Quando è il momento del tuo assolo, sei in ballo! Se non ti va di suonare, racconta una barzelletta o balla, ma in ogni caso, ricorda, sei in ballo! (esortazione rivolta a un batterista che non voleva fare l’assolo).

Qualsiasi cosa pensi non si possa fare, qualcun altro lo farà.

Un genio è colui che riesce a rimanere fedele a se stesso fino in fondo.

Hanno provato a farmi odiare i bianchi, ma c’è stato sempre qualcuno che è arrivato a rovinare questo proposito.

 

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