Storie di musica e spionaggio

Cosa hanno in comune i decodificatori della Seconda guerra mondiale a Bletchley Park, una star dell'opera britannica e un compositore rinascimentale? Esploriamo la storia degli intrecci tra musica e spionaggio.

 

musica e spionaggio

Durante la Seconda guerra mondiale, Bletchley Park fu il sito dell'unità principale di crittoanalisi del Regno Unito, nonché sede della Scuola governativa di codici e cifrazione. Qui, ai potenziali decodificatori che giungevano per un colloquio, veniva chiesto loro se sapessero leggere la musica.

Come mai? Il personale del quartier generale britannico per la decodifica era alla ricerca proprio di musicisti, dopo aver scoperto che esisteva una forte correlazione tra la musica e la capacità di risolvere enigmi. Secondo alcuni rapporti, nel tempo, venne assunto a Bletchley Park un numero così elevato di musicisti che riuscirono perfino a formare un’orchestra.

Note, numeri e codici: un legame antico

Il legame tra abilità musicale e abilità matematica, sebbene ancora dibattuto, risale già al tempo di Platone. Suonando uno strumento, i musicisti devono:

  • pensare in anticipo a dove spostare le mani,
  • seguire le variazioni di tempo,
  • leggere a vista alterazioni e armature di chiave.

Tutte abilità molto simili a quelle necessarie per decifrare codici. Anche la pazienza e la perseveranza, fondamentali nella pratica musicale, sono qualità richieste ai criptoanalisti.

Inoltre, leggere uno spartito implica comprendere la struttura, l’organizzazione dei brani e il riconoscimento dei pattern: competenze centrali anche nella crittografia.

I musicisti nella storia dello spionaggio

I decifratori di Bletchley non sono l'unico esempio di musicisti coinvolti nello spionaggio.

Nel XVI e XVII secolo, molti musicisti di corte venivano reclutati dai servizi segreti per la loro capacità di accedere a stanze private e ambienti riservati. Tra questi:

  • John Dowland
  • Thomas Morley
  • Alfonso Ferrabosco

Uno dei casi più noti è Pierre Alamire, compositore rinascimentale, che sotto le spoglie di mercante di manoscritti, cantante e strumentista, viaggiava in Europa come spia per Enrico VIII.
In realtà, Alamire era un doppiogiochista e riferiva informazioni a Richard de la Pole, pretendente al trono inglese esiliato in Francia.
Una volta scoperto, non fece mai più ritorno in Inghilterra.

Leon Theremin e la “Cosa”

Tra i casi moderni spicca Léon Theremin, inventore dell’omonimo strumento musicale elettronico e di dispositivi per la sorveglianza.

  • Progettò “Buran”, un sistema di ascolto a distanza.
  • Creò la prima cimice passiva, priva di alimentazione interna.
  • Questo dispositivo, soprannominato “la Cosa”, fu nascosto in una placca di legno intarsiata e donato all'ambasciatore USA a Mosca, Averell Harriman.

Il dispositivo, collocato nel suo studio, permise ai sovietici di ascoltare conversazioni riservate per ben sette anni, fino alla scoperta fortuita.

Margery Booth, la cantante-spia

La star dell'opera Margery Booth divenne una spia britannica dopo essersi trasferita in Germania con il marito nel 1935.

  • Fornì informazioni decisive, che portarono alla condanna a morte per tradimento di due figure chiave della propaganda nazista.
  • Si dice che abbia cantato per Hitler mentre nascondeva documenti segreti nel vestito, appena ricevuti da un ufficiale britannico.
  • Arrestata dalla Gestapo nel 1944 come sospetta spia, fu torturata ma non rivelò nulla.

Una nuova generazione di agenti segreti?

Sappiamo che il prossimo episodio della saga di James Bond uscirà nelle sale il 5 novembre e sarà l’ultimo con Daniel Craig nel ruolo dell’agente segreto.

Visti i precedenti storici, forse non sarebbe troppo azzardato se i direttori del casting iniziassero a cercare il nuovo 007 in qualche conservatorio.

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