I segni di espressione: l’agogica

In questa lezione ci dedichiamo all’agogica, termine introdotto in epoca moderna da Riemann per indicare le variazioni di movimento all’interno di una composizione. Alle indicazioni agogiche si deve il carattere espressivo di un brano.

 

agogica

In termini generali possiamo definire l’agogica (voce dotta dal tardo greco αγωγικός agogikόs, aggettivo di αγωγή agogé "condotta, movimento") come l’insieme delle leggere oscillazioni di tempo nel discorso musicale volute dall’espressione e dall’interpretazione. In altre parole, si tratta di indicazioni relative all’andamento del brano, in questo senso, tutte le espressioni contenute all’interno di uno spartito che danno indicazioni del movimento sono voci che individuano l’agogica.

I vari termini agogici che, come detto, hanno una funzione squisitamente espressiva, si differenziano nettamente da quelli dinamici, che indicano, invece, delle variazioni delle intensità sonora. Tuttavia, i due parametri sono spesso abbinati e interagiscono variamente, tanto nella pagina scritta, quanto nel momento dell’esecuzione.

Il termine fu introdotto nella moderna terminologia musicale da Hugo Riemann, dove sta ad indicare anche la disciplina che studia il fenomeno. Già nel medioevo il vocabolo fu utilizzato da Marziano Capella, anche se con una sfumatura di senso differente, per indicare il movimento ascendente della melodia.

 

Dove si trovano le indicazioni di agogica

 

Le indicazioni relative all’agogica si trovano generalmente all’inizio del brano in corrispondenza della prima battuta. Ad esempio, se sopra la prima battuta si trova il termine Adagio, sappiamo che esso è riferito all’andamento del brano e che nel caso specifico è un andamento lento.

Altre indicazioni si possono trovare anche all’interno dello sviluppo di uno spartito, dove è possibile incontrare prescrizioni del tipo ritardando, rallentando, accelerando, si tratta di modificazioni agogiche individuanti varie sfumature di andamento scritte o improvvisate che hanno un carattere temporaneo, essendo relative ad una parte specifica del brano medesimo.

 

agogica

Che valore attribuire a queste indicazioni?

 

Un termine relativo all’agogica come quello appena ricordato, Adagio, individua con ogni evidenza, come ricordato, uno sviluppo lento, ma come deve essere correttamente inteso tale sviluppo, da Beethoven in poi, è stabilito da uno strumento di misurazione oggettiva come il metronomo. Questo strumento riporta per ogni indicazione agogica un minimo e un massimo di velocità cui attenersi, che rappresenta lo spazio entro il quale si muove l’interpretazione soggettiva dell’esecutore.

Per quanto, infatti, si tratti di istruzioni che hanno una loro precisione e puntualità, esiste, di fatto, per il musicista un margine ampio di discrezionalità interpretativa legata alla propria sensibilità, senza contare, che si possono attribuire significati differenti alla stessa indicazione anche in base all’epoca di scrittura del brano (la velocità di un Adagio di una composizione barocca è molto diversa da quella di un Adagio romantico).

All’opposto, non mancano anche esempi di spartiti in cui l’autore non lascia alcun dubbio e margine interpretativo all’esecutore, premurandosi di indicare all’inizio del brano l’esatta velocità, con tanto di valore numerico in battiti, del metronomo da utilizzare.

 

Modificazioni

 

In molti casi le indicazioni di agogica sono modificate e rese più caratterizzanti dall’introduzione di comparativi di maggioranza o minoranza (per esempio, Poco Allegro), di superlativi e diminutivi (per esempio, Prestissimo) o con ulteriori espressioni che chiariscano meglio il carattere del brano in questione (per esempio, energico, appassionato). Appartengono a questa categoria anche indicazioni di carattere espressivo come Affettuoso, Appassionato, Cantabile, Dolce ecc.

 

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La lingua della musica

 

In molte lingue del mondo, le parole che riguardano la musica sono di origine italiana in conformità con le origini italiane di molte convenzioni musicali europee. Altri termini sono tratti dal francese e dal tedesco, ed in parte minore anche dal latino e dallo spagnolo.

Come sappiamo, sono italiani diversi nomi di strumenti, come il nome di vari generi musicali, non fanno eccezione i termini relativi all’agogica, ripresi dagli ambiti semantici più diversi come, ad esempio, quello militare (marziale, imperiale, solenne…), o quello relativo ai sentimenti (mesto, Allegro, con brio…), o creati dalla fantasia dei compositori con la volontà di fornire una indicazione specifica di un’espressione particolare voluta (con fuoco, con bravura…).

 

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