“Amore, morte e rock ‘n’ roll”, retroscena e misteri della morte di 50 rockstar

Amore, morte e rock ‘n’ roll – Le ultime ore di 50 rockstar: retroscena e misteri è il tiolo di un volume scritto da Ezio Guaitamacchi, che raccoglie una serie di storie, raggruppate per tipologia di “crimine”, che raccontano le ultime ore di 50 stelle del rock. Scritto come un “noir”, in modo originale e appassionato, presenta retroscena, curiosità, aneddoti e tesi alternative, pur documentando il tutto con puntualità e rigore giornalistici.

 

morte e rock

La storia del rock, ma non solo, è costellata di fulminee e folgoranti parabole di ascesa e caduta, non di rado conclusesi nel modo più estremo e tragico fino alla morte. Come non ricordare, a proposito, il mito del club dei 27, una delle coincidenze più misteriose e sorprendentemente tragiche nella storia della musica contemporanea, una lista di premature morti celebri al raggiungimento del fatale ventisettesimo anno di età, che annovera, tra gli altri, nomi come Jim Morrison, Janis Joplin, Kurt Cobain, Jimi Hendrix e che, purtroppo, continua ad allungarsi fino ai nostri giorni, come dimostra la fine di Amy Winehouse.

Proprio agli ultimi momenti di vita di diverse star che hanno lasciato un segno nella storia della musica ha dedicato un appassionante volume edito da Hoepli dal titolo Amore morte e rock’n’roll Ezio Guaitamacchi, decano del giornalismo musicale, autore e conduttore radio/tv, scrittore, docente e performer, direttore di due riviste specializzate e di varie collane di libri, nonché autore di una ventina di titoli sulla storia del rock, amante del “dark side” del mondo della musica.

Il termine rock del titolo va inteso in senso lato e non strettamente legato al genere, le storie contenute nel volume, infatti, appartengono a rappresentanti di diverse espressioni musicali, tutti però autentici spiriti rock: il bluesman Robert Johnson, Otis Redding, Aretha Franklin, Whitney Houston, George Michael, erano inquieti, ribelli, antagonisti, un po’ come è stata la musica rock dal momento in cui è nata.

Mettendo insieme epoche e autori di generi musicali diversi, Guaitamacchi ha optato per una suddivisione in sei capitoli dedicati a diverse tipologie di morte. Si parte dal primo capitolo intitolato come una canzone di Clapton Tears in Heaven, che raccoglie morti dense di romanticismo e piene di racconti struggenti come quello degli ultimi giorni di Freddie Mercury che chiamò al suo capezzale i suoi affetti più cari, o quello di Leonard Cohen che si innamorò da ragazzo di una giovane norvegese a cui dedicò anche una canzone. Quando lei si ammalò e fu in punto di morte, chiese a un amico di contattare Leonard. Lui ricevette una e-mail cui rispose subito in modo estremamente romantico. Poco dopo morì anche lui, come se queste due anime si fossero ricongiunte in virtù di un amore tenace e mai sopito.

 

morte e rock

Di tutt’altro registro la sezione seguente intitolata Psycho Killer, che prende in esame gli assassini più celebri che hanno traumaticamente interrotto vite che sembravano baciate dalla fortuna e dal successo, da John Lennon a Sam Cooke, dalle radici del blues “diabolico” di Robert Johnson alla tremenda sorte di Jaco Pastorius. Sono pagine estremamente documentate e precise condite da aneddoti poco conosciuti e singolari come quello raccontato direttamente all'autore da James Taylor James, che nel pomeriggio dell’8 dicembre 1970 a New York si imbatté casualmente, salendo le scale della metropolitana, in un ragazzotto che poi sarebbe stato l’assassino di John Lennon.

Proseguendo nella lettura si arriva alla sezione che non manca di destare turbamento e sconcerto vero nel lettore, ovvero quella dedicata alle morti suicide.

Come si può immaginare il primo caso affrontato, ancora avvolto di ombre e angoli bui, è quella del padre del Grunge, Kurt Cobain. Ma si arriva anche storie più recenti, si cita ad esempio il caso controverso di Dolores O’Riordan e il gesto estremo dell’oramai anziano Keith Emerson, che cinque anni fa, oramai sempre più privato del controllo delle sue mani e quindi della possibilità di suonare secondo i suoi standard, decide di dire addio al mondo.

Un'altra sezione porta l’emblematico titolo The Needle and the Damage Done, ripreso da una canzone di Neil Young e proprio come quest’ultima racconta l’inesorabile sprofondare senza ritorno di tanti artisti nel gorgo della dipendenza e delle droghe. Uno dei primi nomi che vengono in mente a questo proposito è quello di Jimi Hendrix, la sua è ancora una morte che resta avvolta in più di un mistero, a partire dai racconti di quella Monika Dannemann che decenni dopo si suiciderà con i gas di scarico della sua auto.

 

morte e rock

L’elenco che riguarda questa tipologia di dipartita è davvero drammaticamente lungo e nel racconto di Guaitamacchi arriva a coprire un arco temporale che si estende fino ai nostri giorni con i casi di cronaca più vicini come quelli di Tom Petty e Prince. La morte di quest’ultimo racconta anche della fragilità estrema di queste vite idolatrate e della drammatica dicotomia tra trionfo della carriera e abisso della vita privata. La fine di Prince è legata all’uso di Fentanyl, un potente oppiaceo che crea dipendenza e che la star assumeva per reggere la tensione e il terrore che il successo potesse scomparire.

Un singolare spazio è poi riservato al rapporto, spesso sfortunato, tra musicisti di successo e aerei. Da Stevie Ray Vaughan ai Lynyrd Skynyrd, con le testimonianze dei sopravvissuti al disastro di quest’ultima band che non mancano di far venire i brividi nel lettore. Ugualmente sfortunato anche il rapporto di alcune rockstar con le automobili, anche di quelle che non avevano alcuna passione per la guida, come nel caso del povero Marc Bolan.

Chiude questo avvincente libro, illustrato con immagini prese dalle scene del crimine, impreziosito da box, citazioni e “colonne sonore” suggerite, l’ultima sezione intitolata Blood Brothers, in cui viene accostata la sorte di due personaggi legati da un vincolo di sangue, amicizia, ma anche distanti e accomunati da una sorte per certi versi parallela. Ci sono liaison ovvie, come Tim e Jeff Buckley, padre e figlio, oppure Sid e Nancy, una murder ballad trasferita nella realtà, ma anche altre meno ovvie: l’appartamento di Harry Nilsson in cui muoiono Mama Cass e Keith Moon, la morte di Bon Scott degli AC/DC sul sedile di una macchina, che richiama alla mente quella analoga del grande artista della country music Hank Williams. Vengono intessute numerose connessioni anche poco prevedibili, come quella che ricorda come il giorno in cui venne ucciso John Lennon, David Bowie era a New York e stava facendo uno spettacolo teatrale.

 

morte e rock

Piena di storie e curiosità, l’opera di Ezio Guaitamacchi fila via per le sue 360 pagine come un avvincente romanzo capace di scavare e svelare il lato umano e fragile di grandi artisti musicali rendendoli a noi più vicini e sempre più necessari. Osserva opportunemente l’autore: “Se la vita di una rockstar è fuori dall’ordinario, la sua fine così come i suoi grandi amori riportano questi personaggi “stellari” al rango di esseri umani, è stato bello raccontarne le ultime emozioni, le grandi gioie, i dolori più profondi così come i lati più bui e misteriosi senza mai dimenticare la loro formidabile arte, ancora oggi la miglior colonna sonora delle nostre esistenze”.

 

lezioni
lezioni