Brunori sas “Al di là dell’amore”

A tre anni dal suo ultimo lavoro in studio A casa tutto bene, Brunori sas torna con un nuovo singolo intitolato Al di là dell’amore, disponibile dallo scorso 19 settembre su tutte le piattaforme online. Un singolo che conferma l’impronta autoriale del cantautore calabrese cercando, allo stesso tempo, una modalità espressiva capace di rivolgersi ad un pubblico più ampio (non a caso ha annunciato che il tour legato al nuovo disco lo vedrà esibirsi per la prima volta in carriera nei palasport, a dieci anni di distanza dal suo esordio discografico ufficiale).

 

Brunori sas, una delle voci più interessanti e originali del cantautorato italiano attuale, si affida in questo suo singolo ad atmosfere più aggressive e con maggiore presa radiofonica (la produzione è curata insieme a Taketo Gohara, che ha aiutato Brunori a dare un suono granitico e potente al pezzo, tra Ivan Graziani e il Battisti degli anni '80), lasciando alle parole la loro consueta forza e pregnanza testuale.

 

La struttura letterale della canzone è costruita sul contrasto e il continuo sovrapporsi di sentimenti e stati d’animo che vanno dal disincanto alla fiducia passando per l’amarezza e lo slancio vitale. Come esplicitato da Brunori sas, Al di là dell’amore vuole essere: “un canto etico e poetico a tre voci che, partendo da una riflessione sociale, si interroga sulla sempiterna contesa fra ciò che pensiamo sia Bene e ciò che pensiamo sia Male”.

 

La prima di queste voci, affidata alle strofe, ha la veemenza e l’incisiva forza della denuncia sociale, dell’invettiva d’impulso nei confronti di quella parte di umanità dimentica della propria umanità e che ha perso capacità di provare empatia. L’amarezza si mescola al sarcasmo in una impietosa radiografia della nostra società: “ma questi vogliono solo urlare / alzare le casse e fare rumore / fuori dal torto e dalla ragione / un branco di cani senza padrone / e fanno finta di non vedere / e fanno finta di non sapere / che si parla di uomini qui / di donne e di uomini”. E ognuno qui è libero di interpretare, anche se il riferimento alla canea senza nome aizzata dai social, di cui abbiamo quotidiana esperienza e che è argomento di attualità anche politica, appare fin troppo evidente.

 

La seconda di queste voci è quella affidata al ritornello dove anche le melodie più armoniose invitano alla riflessione e che sembra echeggiare la voce di una saggezza antica che invita a guardare le cose da una prospettiva più ampia, ad allargare lo sguardo cominciando a lavorare su se stessi resistendo alla sempiterna, farisaica tentazione di scagliare la prima pietra. I versi di Brunori sas diventano un inno di speranza, un invito a compiere un cammino personale autentico, a non perdere la strada, quasi riprendendo l'incipit di "La verità" con il riferimento alle montagne che, in quel caso, si partiva per scalare fermandosi al primo ristorante: "ma vedrai che andrà bene / andrà tutto bene / tu devi solo metterti a camminare / raggiungere la cima di montagne nuove / e vedrai che andrà bene / andrà tutto bene /tu devi solo smettere di gridare / e raccontare il mondo con parole nuove / supplicando chi viene dal mare / di tracciare di nuovo il confine fra il bene ed il male / se c’è ancora davvero un confine fra il bene ed il male".

 

Questo canto che intreccia più voci si completa con l’ingresso della terza e ultima dell’esortazione finale che sprona affermando: “difendimi al di là dell’amore”. Una voce che si libra, secondo le intenzioni di Brunori sas, sopra i versi precedenti come una specie di preghiera laica. Quattro parole che sintetizzano “un’etica intuitiva appannaggio di tutti, che prescinda dai torti e dalle ragioni, dalle ideologie, dai singoli punti di vista. Un comandamento d’amore espresso al di là dell’amore stesso”.

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