I gradi della scala musicale

Nell’armonia tonale i diversi gradi, indicati con un numero progressivo romano e con un nome proprio, individuano una funzione ben precisa all’interno della scala musicale. In questo articolo li passiamo in rassegna e cerchiamo di capire in che modo la conoscenza di questi nomi e di queste funzioni ci aiutano a capire il senso di una costruzione musicale.

 

Affrontando le spiegazioni relative alle diverse scale si è spesso fatto riferimento al termine grado senza entrare nel dettaglio della trattazione specifica relativa a questo concetto della teoria musicale. In realtà, l’approfondimento di questo aspetto consente di comprendere appieno la strutture profonda e le modalità di costruzione di tutte le scale. Questo perché ogni singolo gradino della scala ha un sua specifica funzione e significato. Bisogna specificare, che questo vale in modo particolare per la costruzione di un brano nella tradizione classica, nel caso della dodecafonia, ad esempio, queste funzioni hanno un valore differente.

Possiamo definire il grado come il termine generico con cui si indicano, nell’analisi armonica, le note della scala diatonica, numerate progressivamente con cifre romane a partire dalla tonica o fondamentale, detta appunto I grado.

Prendendo come esempio la classica scala di Do avremo i seguenti gradi:

Do I grado

Re II grado

Mi III grado

Fa IV grado

Sol V grado

La VI grado

Si VII grado

 

Come già detto in precedenza, ogni grado individua una particolare funzione o ruolo che la specifica nota svolge all’interno della scala e più in generale all’interno della tonalità. Questo significa che ogni singolo grado si presenta sempre con le stesse proprietà, quale che sia la tonalità considerata. Il grado, in altri termini, non si riferisce alla nota in se stessa, ma alla sua collocazione e successione nell’ambito della scala.

Si tratta di una semplificazione importante per lo studio perché permette di poter avere delle regole generali applicabili a tutte le tonalità. La comprensione di questi ruoli, inoltre, consente di capire le regole di costruzione basilari della musica. Una volta che si è assimilato il significato dei gradi, infatti, diventa possibile cogliere anche la struttura e le regole di costruzione degli accordi.

Oltre al numerale progressivo, ogni grado ha un suo nome che ne individua il significato armonico.

 

Primo grado

Il primo grado prende il nome di tonica. La nota costituente la tonica in un brano musicale è la fondamentale e determina la tonalità del brano stesso (ad esempio se la tonica è Mi bemolle significa che il brano è basato sulla scala maggiore o minore di Mi bemolle e dunque è nella tonalità di Mi bemolle maggiore o minore). Di norma la tonica e l’accordo perfetto costruito su di essa (una terza minore sovrapposta ad una terza maggiore o viceversa) concludono un brano nella musica tonale.

 

Secondo grado

Il secondo grado è detto sopratonica perché per l’appunto indica la nota collocata sopra la prima e fondamentale che come abbiamo visto si chiama tonica. Si tratta fondamentalmente di un grado di passaggio.

 

Terzo grado

Il terzo grado è detto modale, mediante o caratteristica ed è uno dei quattro gradi determinanti della scala musicale. I termini caratteristica o modale suggeriscono la funzione di questo grado che è quella di caratterizzare il modo di una scala, essendo diverso a seconda che si collochi su questo grado una terza maggiore (scala maggiore ovvero di modo maggiore) oppure una terza minore (scala minore) sopra il primo grado (ad esempio la modale della scala di Fa maggiore è La, quella di Fa minore è La bemolle).

 

Quarto grado

Il quarto grado prende il nome di sottodominante. Un nome che deriva dalla sua collocazione sotto il quinto grado detto dominante. È un grado che crea una sensazione di instabilità e tende a risolvere sul terzo grado.

 

Quinto grado

Il quinto grado è detto dominante e, come suggerisce il nome stesso, è un altro dei quei gradi che giocano un ruolo decisivo. L’accordo costruito sulla dominante è indispensabile per la determinazione di una qualsiasi tonalità precedendo e convalidando la tonica alla fine di un brano musicale. Si tratta di un grado opposto alla tonica che crea una sorta di sospensione del discorso musicale.

 

Sesto grado

Anche il sesto grado assume un nome relativo al grado che lo precede ed è chiamato sopradominante. Considerato un grado di passaggio, nella scala maggiore da questo grado parte la tonica della scala relativa minore.

 

Settimo grado

Altro grado determinante della scala, il settimo è definito sensibile. Nell’armonia tonale rappresenta il grado che produce il massimo della tensione e tende a risolvere sull’ottavo grado (la tonica), dal quale è separato da un semitono. Come abbiamo avuto modo di vedere parlando della scala minore naturale, vi sono delle scale in cui il settimo grado non è una sensibile ma una sottotonica poiché dista dalla tonica non un semitono ma due toni. Per quanto la presenza di una sottotonica al posto della sensibile al settimo grado sia considerata un’eccezion nella teoria classica, è, invece, una condizione di normalità nella musica jazz, blues e rock dove è frequente il ricorso a scale modali che presentano la sottotonica come la scala dorica o la scala misolidica.

 

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