The Time di Neil Young

Il mai domo padre del grunge Neil Young ha ri-registrato alcuni dei suoi inni di protesta più vitali e vibranti per un mondo che probabilmente ne ha bisogno più che mai.

 

Nonostante appaia piuttosto rilassato, immerso in una dimensione dimessa e raccolta, in questo EP intimo e acustico, la voce di Neil Young torna a levarsi con tutta la carica ribelle e la tensione civile e politica di sempre nuovamente stimolata dell’imminenza delle elezioni presidenziali statunitensi.

Il mese scorso il padre del grunge ha intentato una causa contro Donald Trump, dopo che il presidente degli Stati Uniti ha nuovamente utilizzato la sua musica durante la sua campagna di rielezione, senza chiederne il permesso.

Trump usa il travolgente inno Rockin' in the Free World dal 2015 senza l’approvazione di Young e all'inizio di quest'anno l'artista (nato in Canada, ma ora cittadino americano) ha voluto esprimere tutto il proprio disprezzo nei confronti dell’attuale presidente, indirizzandogli una lettera aperta in cui, oltre a definire Trump una “disgrazia per il mio pase”, ha voluto chiarire a riguardo: “Non è una canzone che si può cantare a uno dei suoi comizi”. “Ogni volta che Rockin’ in the Free World o una delle mie canzoni viene suonata ai vostri raduni”, continua, “Spero che sentiate la mia voce. Ricordate che è la voce di un cittadino americano che paga le tasse e che non vi sostiene. Io”.

 

The Time

 

Questo il clima da cui nasce il progetto di The Time, un mini album composto da sette brani acustici, una selezione esclusivamente politica che mette insieme una raccolta delle migliori canzoni di protesta di Young ri-registrate per un mondo che ne ha più che mai bisogno e rivolto a persone che sembrano intenzionate a distruggerlo.

Pubblicato lo scorso 18 settembre via Amazon Music, il lavoro propone delle tracce raccolte in presa diretta nel corso delle “Fireside Session” (ovvero i periodici appuntamenti live attorno a un falò, trasmessi dal proprio ranch, con i quali il musicista ha condiviso via web il suo lockdown). L’EP contiene la seguente tracklist:

01. Alabama (03:00)

02. Campaigner (03:28)

03. Ohio (02:49)

04. The Times They Are A-Changin’ (05:01)

05. Lookin’ for a Leader (04:11)

06. Southern Man (03:32)

07. Little Wing (04:45)

 

The Time  Neil Young

La passione del passato e l’impegno per il presente

 

Risuonano tra gli scricchioli delle corde e delle cassa armonica le versioni essenziali, calde e nebulose delle sempre potenti Ohio, Alabama, Southern Man e Little wing, canzoni che, a quasi mezzo secolo di distanza, si riappropriano della loro carica di denuncia per rimettere in discussione una società e un modello politico.

Come il ventenne Neil interrogava le coscienze e spronava l’impegno civile di fronte ad una società attraversata dai temi caldi del Vietnam, della violenza dilagante e della questione razziale mai risolta, così l’artista maturo si ritrova a interrogare un’America e una società che vive la crisi innescata dall’evento pandemico, attraversata dai fermenti del movimento “Black Lives Matter” e che vive in maniera sempre più drammatica la realtà delle questioni ambientali e climatiche.

Come suggerisce il titolo, il lavoro si rivolge alla memoria del passato per farne un utile specchio del tempo presente, un tempo carico di tensioni che lascia intravedere un fosco futuro dall’orizzonte quanto mai incerto. Emblematica, a questo proposito, la nuova interpretazione di Campaigner del 1977. Il brano si presenta come un confronto diretto tra Nixon e Trump, identificando quest'ultimo come una minaccia di gran lunga maggiore rispetto all'unico presidente dimissionario poiché, come recita il ritornello stranamente tenero, "anche Richard Nixon aveva un'anima".

 

The Time  Neil Young

La cover di Dylan e l'invettiva contro Trump

 

Camminando sul filo del rasoio tra triste disincanto e anelito di speranza, la versione di Young di The Times They Are A-Changin' di Bob Dylan sembra suggerire che c'è una via d'uscita rispetto al triste futuro che l'America sta costruendo.

E, a scanso di equivoci, fedele alla sua natura di hippie ribelle e sincero, indica agli elettori americani quella che è la loro responsabilità nei confronti del futuro democratico del paese, lanciando con una versione liricamente aggiornata di Lookin' for a leader”, quella che è fino ad ora la sua più cruda invettiva contro Trump.

Facendo riferimento a Black Lives Matter, Barack Obama e denunciando la corruzione, il messaggio di Young non è mai stato più chiaro ed esplicito: "“Just like his big new fence / This President’s going down”, canta Young con la sua voce calda e raccolta. "Scared of his own shadow / Building walls around our house / He’s hiding in his bunker / Something else to lie about." 

 

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